Una ventina di uomini del sud Italia con un nucleo di fuoco dell'Est

Domenica 11 Dicembre 2016
Una ventina di uomini del sud Italia con un nucleo di fuoco dell'Est
Un milione di euro: a due mesi di distanza emerge il vero ammontare del bottino finitro nelle mani della banda che, a fine ottobre, ha assaltato due portavalori della Civis nel tratto di autostrada A/27 che passa per San Biagio. Il furgone preso d'assalto, quello con all'interno gli incassi di una catena di supermercati e diretto alla sala conta della Battistolli di Breda, ne trasportava circa cinque: un carico preziosissimo. E la somma portata via dai banditi è di molto superiore ai centomila euro di cui si era parlato nell'immediatezza dell'attacco.
Le indagini della squadra mobile coordinate dalla Procura di Treviso stanno contribuendo a comporre il quadro. Quella entrata in azione con auto potenti ma agili e armi da guerra è stata una banda organizzata e composta da specialisti: sapevano cosa volevano e come muoversi. Una ventina gli uomini entrati in azione e cinque le auto utilizzate. Le modalità e la violenza dell'attacco, riscontrate anche in altri colpi analoghi messi a segno in varie parti d'Italia, stanno convincendo gli investigatori che in azione sia entrata una banda proveniente dal sud Italia rafforzata con un nucleo di fuoco, almeno quattro persone, formato da uomini dell'Est europeo ingaggiati per l'assalto vero e proprio. Professionisti che non hanno sprecato un solo colpo (ne sono stati esplosi circa cinquanta). Hanno sparato ad altezza d'uomo, addosso al parabrezza, ma senza l'intenzione di uccidere: il vetro blindato è di fatto indistruttibile. Il loro bersaglio erano i sensori posti sulla parte anteriore del mezzo che fanno scattare l'allarme nella centrale operativa. Sono andati a colpo sicuro anche nel prelevare il denaro: hanno fatto un buco sul tettuccio e preso le prime due sacche disponibili con dentro almeno 500mila euro l'una. Poi è scattato il sistema protettivo che inonda lo spazio di schiuma cementando le banconote e rendendole così inservibili.
Le indagini stanno procedendo su più fronti. Si sta tentando di recuperare le impronte digitali presenti sulle targhe false attaccate alle auto e usate per l'assalto e la fuga. Sono targhe adesive cosparse di polvere di un estintore per cancellare ogni traccia. Gli esperti della scientifica stanno lavorando proprio su questa polvere tentando di far emergere ciò che si nasconde sotto. Infine il migliaio di chiodi utilizzati per bloccare l'autostrada: la fattura è molto particolare e potrebbe essere una sorta di firma.

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci