Tricolore listato a lutto e proteste «Banche venete, ridateci i soldi»

Venerdì 28 Luglio 2017
Tricolore listato a lutto e proteste «Banche venete, ridateci i soldi»
Passato l'inevitabile stupore iniziale, gran parte dei turisti presenti sulla spiaggia si è alzata dai lettini per tributare un sonoro applauso seguito da una serie di incoraggiamenti. Di fatto un abbraccio ideale ispirato da un sentimento anti-banche ormai diventato a tutti gli effetti internazionale. È sbarcata sulla spiaggia di Jesolo la protesta dei clienti di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza.
Ieri pomeriggio, una cinquantina di aderenti al coordinamento associazioni banche popolari veneto don Enrico Torta, è arrivata in città a bordo di un pullman partito da Montebelluna. Con striscioni e cartelli di protesta, ma anche bandiere del Veneto e un solo tricolore listato a lutto, hanno compiuto una lunga passeggiata sulla battigia, da piazza Nember fino alla centralissima piazza Brescia, attraversando mezza città.
Ad aprire il corteo l'eloquente striscione Banche venete: ridateci i nostri soldi. Nel mirino, ovviamente, anche il decreto salva banche, al quale è stato accostato anche una tomba della Costituzione italiana. Per rendere più incisiva la passeggiata, gli organizzatori, megafono alla mano, hanno spiegato le ragioni della loro protesta anche in tedesco, inglese e francese. Quanto è bastato per incassare lungo tutto il tragitto (tranne un unico caso isolato di dissenso nei pressi di piazza Mazzini) il sostegno di tutti gli ospiti sulla spiaggia, stranieri compresi. «Abbiamo scelto di venire a Jesolo - spiega l'avvocato Andrea Arman, presidente del coordinamento - perché sulla spiaggia c'è tante gente che ha tempo per riflettere su cosa sta accadendo: oggi siamo tutti più poveri, non solo in termini economici ma anche di libertà». Il riferimento è al decreto legge per il salvataggio di Veneto Banca e Popolare Vicenza: «In questo modo passa il principio che vi è un esproprio senza indennizzo aggiunge Arman il Governo ha voluto fare pagare il fallimento delle banche al territorio veneto, portando via 20 miliardi di euro».

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