Studenti trevigiani dietro alla lavagna. Nello scorso anno scolastico le scuole

Mercoledì 24 Agosto 2016
Studenti trevigiani dietro alla lavagna. Nello scorso anno scolastico le scuole superiori della Marca hanno centrato il record regionale di bocciati, sia a livello assoluto che percentuale. Su 39.635 ragazzi arrivati agli scrutini di fine anno, ben 3.127 non sono stati ammessi alla classe successiva. Per un 7,9 per cento. Nessun'altra provincia del Veneto ne conta di più. La media regionale dei bocciati si ferma al 6,2 per cento. Quella nazionale al 7,7 per cento. Il trevigiano le ha superate entrambe. La provincia che più si avvicina alla Marca è quella di Vicenza. Che però conta 312 respinti in meno. Non pochissimi. Le cifre sono messe in fila nell'ultimo report sfornato dall'ufficio scolastico regionale. E fanno emergere l'eterno dubbio: sono i professori delle superiori trevigiane ad avere la manica più stretta nel dare i voti o sono i ragazzi che dovrebbero impegnarsi di più per conquistare la promozione? Impossibile dare una risposta netta. Quel che è certo è che il voto non è tutto. «C'è sempre una certa fibrillazione legata ai risultati di fine anno e della maturità, come le discussioni sulla lode - fa il punto Antonia Piva, preside del Duca degli Abruzzi - però bisogna stare attenti a non confondere mai i voti con l'apprendimento. Non sono la stessa cosa». In questi casi si rischia di pensare che i risultati rappresentino la cartina tornasole della qualità delle scuole. Non è così. «I voti sono degli indicatori, come quelli che ci sono nei cruscotti delle auto - è l'esempio portato dalla preside - ma non misurano la prestazioni della macchina». Per la dirigente scolastica del Duca degli Abruzzi la valutazione delle attività delle scuole trevigiane richiede un'analisi più complessa, che prenda in considerazione altri parametri. «La qualità dell'istruzione non può essere appiattita sui voti. Anzi, a livello generale si può dire che le scuole che dovessero alzare i voti non alzerebbero di certo la qualità. Al contrario - sottolinea - la qualità del sistema educativo può essere misurata con i test Invalsi. Bisognerebbe inoltre vedere quanti ragazzi usciti dagli istituti trevigiani passano agilmente i test d'ingresso delle università e quanti riescono a trovare lavoro, e in che contesto. L'esito di un percorso scolastico non sta nel voto, ma nelle capacità di superare il traguardo successivo. E su questi parametri non ci sono davvero dubbi: la scuola trevigiana è qualitativamente eccellente. L'istruzione gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo della società, anche se a volta purtroppo la politica lo dimentica». Qualcosa da migliorare però c'è: l'orientamento degli alunni che escono dalle medie. Le scuole fanno già il loro lavoro. Molte famiglie, però, non ascoltano le loro indicazioni. «La quasi totalità dei respinti al primo anno delle superiori sono ragazzi che non hanno seguito i consigli orientativi ricevuti alle medie - conclude Piva - spesso si sceglie per prestigio, per tradizione familiare o per seguire gli amici. La visione sulla scelta delle superiori va modernizzata, con l'aiuto di tutti». Già questo farebbe calare il numero dei bocciati.

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