Sono in fuga da freddo e fame

Lunedì 23 Gennaio 2017
Sono in fuga da freddo e fame
Un animale sacro si aggira tra il Sile e il Piave. Anzi, tre. Tanti sono gli esemplari di Ibis avvistati nell'ultima settimana nella fetta di terra che sta tra i due fiumi. Due sono apparsi nei campi di Canizzano e un altro è planato nelle campagne di Breda. Sono uccelli di grandi dimensioni. Decisamente rari da queste parti. Riconoscerli non è difficile: superano il mezzo metro di lunghezza, con un'apertura alare di oltre un metro. Hanno il collo, il becco e le zampe nere. Il resto del corpo è bianco. Tranne la coda, anch'essa nera. La loro forma a qualcuno potrebbe ricordare qualcosa di già visto nei libri di scuola. Nell'antico Egitto, infatti, il dio Thot, divinità della sapienza e della scrittura, era rappresentato proprio sotto forma di Ibis. Da qui l'appellativo di uccello sacro. Storicamente il volatile arriva dalle zone del nord Africa e del Medioriente. Ma essendo un abile volatore non ha difficoltà a spostarsi coprendo anche distanze di centinaia di chilometri. «E' strano vederlo nell'entroterra spiega Francesco Mezzavilla, presidente della società trevigiana di scienze naturali negli ultimi anni si sta diffondendo. Lo si può vedere nel delta del Po e nella laguna. Evidentemente il freddo e il ghiaccio dell'ultimo periodo hanno indotto i tre esemplari a cercare cibo anche nelle zone umide della Marca». L'Ibis sacro non è troppo schizzinoso. Si adatta facilmente all'ambiente che lo circonda. Si nutre di piccoli pesci, vermetti, rane, molluschi e così via. Tutto cose che nel territorio protetto del Parco del Sile sono praticamente a portata di becco. Ed è probabile che tali condizioni favorevoli possano rendere sempre più stabile la sua presenza nella Marca. «Da qualche anno nidificano in pianura fa il punto Mezzavilla il numero di esemplari sta aumentando e con il tempo diventerà un animale comune anche per le nostre zone». Attenzione, non va confuso con l'Ibis eremita: uccello in via di estinzione, dalla forma simile all'Ibis sacro ma tutto nero e con il becco e le zampe arancioni. Lo scorso ottobre aveva suscitato grande clamore il ritrovamento di un esemplare ucciso probabilmente a fucilate nella zona di Montecchio Maggiore (Vicenza).

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