Sedotto e truffato sul web: perde il bar

Martedì 23 Luglio 2019
Sedotto e truffato sul web: perde il bar
MONTEBELLUNA
Sedotto, ingannato e ricattato da una coppia di truffatori senza scrupoli, capaci di mandarlo sul lastrico, spillandogli circa 50mila euro. Al punto da fargli perdere il bar di cui era titolare. Tutto comincia con una normale chiacchierata in chat su Facebook con una ragazza, ovviamente bellissima e sexy. E quando iniziano i primi scambi di foto hot con lei, i primi accenni di sesso virtuale, dietro ad una tastiera, ormai è troppo tardi: la trappola è scattata e liberarsene è difficile oltre che costoso.
PROTAGONISTI
A vivere questa tremenda disavventura è stato un 49enne di Montebelluna, proprietario di un bar della zona che è stato perfino costretto a vendere per assecondare la sete di denaro della ragazza che ha finto di essere minorenne e del suo compagno, un finto hacker, che aveva il compito di liberare il barista d'impaccio (ovviamente a costi elevatissimi). L'uomo, finito nel baratro, ha trovato alla fine il coraggio di rivolgersi ai carabinieri di Montebelluna e denunciare i suoi aguzzini. Dopo mesi di indagini sono riusciti ad identificare e arrestare i responsabili della truffa: si tratta di una 25enne e di un 38enne, entrambi di Ventimiglia e con vari precedenti penali alle spalle: attualmente sono agli arresti domiciliari per il reato di estorsione in concorso. Il provvedimento è stato eseguito venerdì scorso, il 19 luglio.
L'INCUBO
L'incubo per il 49enne comincia nel febbraio del 2016 quanto, attraverso la chat di Facebook, l'uomo conosce (virtualmente) una ragazza residente in Liguria, con la quale, dopo le prime conversazioni, entra in confidenza al punto che i due cominciano a scambiarsi delle fotografie intime e a sfondo sessuale. Sembra solo un piccante ed eccitante, ma innocuo, diversivo alla routine quotidiana. Così purtroppo non sarà. Dopo qualche settimana, la ragazza (la 25enne arrestata), lo ricontatta sempre via chat e, dopo avergli rivelato il fatto che era una minorenne, gli chiede 6mila euro, in cambio del suo silenzio in merito allo scambio delle fotografie. E' questo un punto di non ritorno in questo tipo di truffe on line: se non si paga finirebbe tutto li, in un nulla di fatto, ma il 49enne, compresibilmente, ha paura e decide di pagare questa somma, in più tranche, attraverso paysafecard. Per lui è l'inizio di una lenta tortura psicologica che prosciuga il suo conto corrente. Qualche giorno il 49enne viene adescato in chat da un'altra sedicente ragazza (in realtà si tratta sempre della 25enne) che si fa chiamare Laura, anche lei ligure, e a cui racconta l'episodio. Laura quale si rendeva disponibile ad aiutarlo presentandogli un hacker che, da remoto, avrebbe ripulito dalle foto e dai dati compromettenti, sia il suo computer che quello della fantomatica minorenne.
SENZA USCITA
Il giorno successivo all'operazione di pulizia effettuata dall'hacker, il 49enne viene nuovamente contattato dalla minorenne che gli chiede ulteriori 4mila euro poiché si era accorta di un tentativo di intrusione sul suo computer, che aveva ricondotto a lui. Impaurito per questa nuova richiesta di denaro, il barista ha contattato l'hacker: questi si offre di raggiungerlo a Montebelluna e a fare da mediatore con la ragazza, al costo di 2mila euro. I due si incontrano ed il barista consegna al 36enne ben seimila euro. L'hacker, sempre minacciando di denunciarlo, ottiene dal 49enne, in diverse tranche, altri 25mila euro, tra il settembre 2016 e lo stesso mese del 2017: un fiume di denaro che ha costretto il montebellunese a cedere la sua attività. Il 36enne racconta di aver bisogno di quei soldi per spese legali dovute ad un fantomatico arresto avvenuto in Venezuela. E' l'ultima goccia. Il 49enne decide di denunciare tutto ai carabinieri quando, nell'ottobre 2017, viene ricattato da un finto agente della polizia postale che gli racconta di essere entrato in possesso di una chiavetta usb con materiale compromettente: pretende denaro per evitare una denuncia alla Procura.
Nicola Cendron
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