«Le intimidazioni non ci spaventano. Sappiamo di operare in un terreno confiscato alla camorra. Purtroppo accadono anche atti del genere. Ma non ci faranno arretrare di un solo centimetro». I cinque ragazzi trevigiani che stanno partecipando a un campo antimafia in Campania sono più determinati che mai. Nella notte tra martedì e mercoledì un incendio doloso ha distrutto l'impianto di irrigazione del terreno su cui stanno lavorando a Santa Maria La Fossa, vicino a Caserta. Un pezzo di campagna che apparteneva al clan Zagaria. Dopo la confisca, viene usato per attività di formazione come quella in corso: «Terre di lavoro e dignità», promossa dalla Rete degli studenti, Udu, Spi-Cgil, Flai-Cgil e Arci. Dal 22 agosto ospita nove ragazzi tra i 16 e i 20 anni: i cinque trevigiani più due da Padova e due dalla Toscana. L'obiettivo è trasformare il campo in un allevamento di lumache. L'impianto di irrigazione serviva a creare l'habitat giusto facendo crescere trifoglio e cavoli. E proprio questo è stato dato alle fiamme. Il fuoco ha gravemente danneggiato la pompa che tira su l'acqua dall'unico pozzo e poi si è esteso alle tubazioni e alla sterpaglia circostante. Per fortuna i ragazzi non si trovavano lì. Hanno scoperto quanto accaduto la mattina seguente. «Dormiamo in una scuola di Parete, paese vicino ad Aversa, a una ventina di chilometri dal campo - racconta Antonio Alaia - parte del lavoro fatto, compreso il nostro, è stato distrutto. La pompa data alle fiamme è caduta a una cinquantina di metri di profondità. Ma siamo riusciti a recuperarla. Chi ha appiccato il fuoco sapeva che era l'unica possibilità per irrigare il campo già seminato». C'è il dispiacere per mesi di lavoro andati in fumo. Ma non la paura. Il rientro a casa è previsto per il 31 agosto. E così sarà: il programma non verrà modificato. «Di fronte alla natura palesemente intimidatoria dell'incendio - spiega Rita Turati, segretario generale Spi Veneto - è emersa forte la volontà di non abbandonare il progetto. Ma serve chiarezza su quanto accaduto». «Siamo orgogliosi del coraggio dei nostri ragazzi che rinnovano il loro impegno - sottolinea l'assessore Anna Caterina Cabino - del resto, solo le nuove generazioni possono rappresentare una vera via di uscita dalle sacche di illegalità».
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