«Purtroppo c'è il concreto rischio dell'esplosione di nuove marginalità

Giovedì 25 Maggio 2017
TREVISO Sono oltre 80 i migranti che hanno ottenuto lo status di rifugiato, o che sono stati messi fuori dai programmi di protezione per cattiva condotta, che oggi si ritrovano a vivere in città come senza dimora. Tanti sono quelli incrociati nell'ultimo anno dai servizi della Caritas, a cominciare dall'attività del dormitorio di San Pio X aperto nel periodo invernale. E il numero è inevitabilmente approssimato per difetto. Alcuni dormono nella zona dell'Appiani. Altri tra la stazione dei treni e gli spazi accessibili dell'ospedale. Ultimamente al Ca' Foncello hanno dato un giro di vite. Ma il problema è sempre più forte. Ormai si tratta di una vera e propria emergenza.
«I numeri sono aumentati esponenzialmente con l'arrivo del freddo fa il punto don Davide Schiavon, direttore della Caritas l'anno scorso si sono rivolti al nostro Centro di ascolto più di 80 migranti precedentemente accolti nei diversi centri e che ora si sommano ai senza fissa dimora». Aumentano anche le richieste di accesso al servizio di accoglienza per la notte attivato all'interno della Casa della Carità di via Venier: «Nel 2016 negli spazi per i maschi sono state ospitate 94 persone rivela don Davide la vera novità è che addirittura il 61% di questi si sono rivolti alla Caritas per la prima volta».
La lista d'attesa per un letto si è allungata di oltre il 30 per cento: si è passati da una trentina a più di 45 persone. La Caritas fa tutto il possibile. Ma con la conclusione dell'emergenza freddo sono stati chiusi diversi dormitori. E alla fine una ventina di migranti senza più un posto dove andare restano sempre a dormire in strada. Il boom si riflette anche sulle richieste di pasti caldi.: «Ormai facciamo quasi due turni con la mensa serale sottolinea il direttore nel 2016, primo anno di apertura, sono stati erogati esattamente 13.416 pasti. Ma il numero ha subìto una crescita media del 30% durante l'anno».
Discorso simile per i servizi docce e lavanderia: i turni sono passati da due a tre. Da qui la decisione della Caritas di lanciare un appello a tutte le istituzioni. «La radice del problema sta nella visione del fenomeno dei richiedenti asilo solo in termini di numeri e non di persone conclude don Davide c'è il concreto rischio di esplosione di nuove marginalità. Senza risposte, la Caritas rischia di finire soffocata dalle richieste di aiuto».

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