Marzio Favero, da Montebelluna, o Stefano Marcon, da Castelfranco: sono questi i nomi in ballo per la poltrona di presidente-sindaco della nuova Provincia di secondo livello.
Nell'ultima tornata elettorale la Lega ha trionfato in sette Comuni su sette. E il segretario provinciale Dimitri Coin non si è nascosto: il Carroccio ora vuole mettere la ciliegina sulla torta riappropriandosi della guida del Sant'Artemio. Vero che il ruolo non è più quello di un tempo. Basti dire che le casse sono semivuote e che non è nemmeno prevista un'indennità per l'incarico di presidente-sindaco. Ma nella provincia più leghista d'Italia è una questione di prestigio. Tanto più dopo lo smacco di aver visto Leonardo Muraro, ultimo presidente eletto direttamente dai cittadini, seguire Flavio Tosi e correre alle regionali contro Luca Zaia.
Le elezioni per il nuovo Sant'Artemio si terranno entro fine anno. Saranno aperte ai soli amministratori eletti nei municipi trevigiani. E il Carroccio ha i numeri necessari per indicare il prossimo presidente. L'estate servirà per scegliere uno tra Favero e Marcon. Nella sostanza i sindaci che guidano le città più grandi tra quelle governate dalla Lega nella Marca.
In verità non si tratta di una corsa alla pari. In pole c'è infatti Marzio Favero. Lui, infatti, è già stato assessore provincia per 13 anni sia con Zaia che con Muraro.Non solo. Conosce bene la macchina amministrativa.
Sul tavolo poi ci sono anche altri nomi. Non quello di Muraro, fuori dai giochi dopo l'addio alla Lega. Ma quello di Marco Serena, sindaco di Villorba, e pure quello di Fulvio Pettenà, storico presidente del consiglio provinciale. La riforma consente anche a lui, in qualità di presidente uscente, di correre per la poltrona più alta della Provincia. Bisogna però tener conto che in mezzo ci saranno le politiche. E qualcuno dei possibili candidati alla Provincia potrebbe voler tentare il salto a Roma.(((favarom)))
Nell'ultima tornata elettorale la Lega ha trionfato in sette Comuni su sette. E il segretario provinciale Dimitri Coin non si è nascosto: il Carroccio ora vuole mettere la ciliegina sulla torta riappropriandosi della guida del Sant'Artemio. Vero che il ruolo non è più quello di un tempo. Basti dire che le casse sono semivuote e che non è nemmeno prevista un'indennità per l'incarico di presidente-sindaco. Ma nella provincia più leghista d'Italia è una questione di prestigio. Tanto più dopo lo smacco di aver visto Leonardo Muraro, ultimo presidente eletto direttamente dai cittadini, seguire Flavio Tosi e correre alle regionali contro Luca Zaia.
Le elezioni per il nuovo Sant'Artemio si terranno entro fine anno. Saranno aperte ai soli amministratori eletti nei municipi trevigiani. E il Carroccio ha i numeri necessari per indicare il prossimo presidente. L'estate servirà per scegliere uno tra Favero e Marcon. Nella sostanza i sindaci che guidano le città più grandi tra quelle governate dalla Lega nella Marca.
In verità non si tratta di una corsa alla pari. In pole c'è infatti Marzio Favero. Lui, infatti, è già stato assessore provincia per 13 anni sia con Zaia che con Muraro.Non solo. Conosce bene la macchina amministrativa.
Sul tavolo poi ci sono anche altri nomi. Non quello di Muraro, fuori dai giochi dopo l'addio alla Lega. Ma quello di Marco Serena, sindaco di Villorba, e pure quello di Fulvio Pettenà, storico presidente del consiglio provinciale. La riforma consente anche a lui, in qualità di presidente uscente, di correre per la poltrona più alta della Provincia. Bisogna però tener conto che in mezzo ci saranno le politiche. E qualcuno dei possibili candidati alla Provincia potrebbe voler tentare il salto a Roma.
