Profughi in città: c'è il Ferro Hotel

Mercoledì 24 Agosto 2016
Ormai è praticamente tutto pronto: la prossima settimana aprirà il centro di seconda accoglienza nell'ex Ferro Hotel di via Dandolo. La cooperativa Hilal, guidata da Abdallah Khezraji, sta ultimando gli ultimi dettagli. Entro pochi giorni dovrebbero quindi arrivare i primi richiedenti asilo, ragazzi in Italia da ormai sei-sette mesi e già parzialmente abituati alla nuova lingua e a una dimensione totalmente diversa da quella di provenienza. Saranno circa una ventina e l'Hilal intende inserirli in programmi d'integrazione mirati ad abbattere il muro di diffidenza che si è alzato attorno alla loro presenza.
«Ormai manca poco all'apertura del centro - dice Khezraji - entro la prossima settimana sarà tutto a posto. Poi potremo cominciare a lavorare». Intanto le polemiche non mancano. L'ultima è stata sollevata dai Cobas dei Ferrovieri che ha definito «pericolosa» la posizione della palazzina scelta dalla cooperativa per via dell'eccessiva vicinanza ai binari: «Senti chi parla - ribatte Khezraji - la loro sede è praticamente attaccata al nostro centro. Se è pericoloso per noi, lo è anche per tutta la gente che va da loro. E poi come si può pensare che un africano, che in sette mesi attraversa deserti, mare in tempesta e insidie di ogni genere per arrivare fin qui, possa considerare un pericolo stare in una palazzina separata dai binari da marciapiedi e recinzioni?».
La cooperativa Hilal difende con grande vigore il suo progetto. Khezraji è convinto della sua idea. E nei giorni scorsi ha anche spiegato perché: «Trasformeremo il Ferro Hotel in un centro destinato a diventare un modello per tutta l'Italia - ha promesso - stiamo trattando con le Ferrovie e con Contarina per impiegare i nostri ragazzi in attività utili a tutti».
La cooperativa Hilal sta parlando con le Ferrovie per realizzare un protocollo innovativo: utilizzare una parte dei migranti ospiti nella struttura come personale volontario a supporto dei viaggiatori. Mentre offrirà a Contarina un servizio di vigilanza per individuare gli eco-furbi che operano nel quartiere.

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