Piano ospedali: via libera dei medici

Venerdì 9 Dicembre 2016
TREVISO Gli ospedali super-specializzati piacciono ai medici. A gennaio decollerà la nuova Usl unica della Marca. Che nel giro di pochi mesi porterà a una distribuzione dei settori di eccellenza tra i sei ospedali trevigiani. Reti cliniche, si chiamano. E il loro schema trova l'okay anche da chi le dovrà far funzionare in prima persona: i medici. «È un sistema che condividiamo: tutte le linee guida dicono che i centri che affrontano un alto numero di casi garantiscono un livello di qualità elevato spiega Massimo Fornaini, segretario Anaao-Assomed per l'Usl di Treviso dobbiamo ancora vedere i dettagli. Ma se il piano è quello di razionalizzare i servizi valorizzando le professionalità, siamo d'accordo». La parola d'ordine del direttore generale Francesco Benazzi è specializzare. Emergenza, urgenza e operazioni di routine saranno garantite in ogni ospedale. Per patologie e interventi più specifici, invece, i pazienti potrebbero essere costretti a spostarsi all'interno della provincia in ospedali diversi da quello di riferimento. Ma con la certezza di trovare il meglio.
Il sindacato alla fine pone solo una condizione: non penalizzare i medici che vedranno sopprimere o ridimensionare la unità nell'ospedale in cui lavorano. Oltre ovviamente a tutelare i pazienti. Anche con l'attivazione dei servizi territoriali: «Gli ospedali con centri per pazienti in fase acuta vanno bene sottolinea Fornaini ma devono essere supportati dalla rete nel territorio. Ad esempio per gli anziani, ma non solo». Il riferimento è agli ospedali di comunità e ai prossimi super-ambulatori dei medici di famiglia, aperti 12 ore al giorno e con più dottori sotto lo stesso tetto, strumenti per le diagnosi e infermieri.
A proposito di infermieri, al sindacato dei medici non dispiace nemmeno la proposta di Benazzi di far fare loro parte del lavoro oggi svolto dagli stessi dottori. Il direttore generale dell'Usl aveva portato un esempio su tutti: gli infermieri, come accade all'estero, potrebbero curare i pazienti che si rivolgono al pronto soccorso per problemi non gravi (codici bianchi). Così come i tecnici di radiologia potrebbero leggere le lastre e le ostetriche fare le ecografie. «Nessuna preclusione, nel rispetto dei ruoli specifici, se gli infermieri hanno maturato chiare professionalità fermo restando che diagnosi e cura devono restare di competenza dei medici e che l'utente deve essere debitamente informato. Il discorso va approfondito. In primis sotto il profilo della responsabilità» conclude Fornaini.
Mauro Favaro

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