Pensionato pedofilo in manette

Sabato 25 Marzo 2017
Arrestato per violenza sessuale aggravata nei confronti di una quindicenne, agganciata mentre passeggiava in un parco a Levico, in provincia di Trento. Giovedì mattina gli agenti della polizia postale di Trento hanno stretto le manette attorno ai polsi di un pensionato trevigiano di 67 anni. Una persona irreprensibile, un padre di famiglia, con figli ormai grandi, che però lo scorso settembre ha perso la testa per una ragazza trentina.
L'uomo, mentre si trovava in vacanza ha adocchiato la giovane - descritta come un'adolescente fragile e sensibile, estremamente vulnerabile - in un parco in riva al lago di Levico. È riuscita a vincere la sua diffidenza grazie al cagnolino di casa, che lo accompagna ovunque, anche nei periodi di riposo tra i monti. La ragazzina si è avvicinata una prima volta per accarezzare il cagnolino, un'azione innocente. Evidentemente quello che il pensionato attendeva: a quel punto è stato un gioco da ragazzi guadagnarsi la fiducia della quindicenne. L'ha convinta a seguirlo; l'ha condotta su una panchina semi nascosta dagli alberi. E lì l'avrebbe palpeggiata e baciata. La quindicenne, inoltre, ha anche commesso l'errore di dargli il suo numero di cellulare.
Da quel momento ha preso il via un vero e proprio tormento. Il pensionato ha cominciato a bersagliare la giovane di messaggi: la polizia postale ne ha contati circa 1400 in poche settimane. Le scriveva di tutto, messaggi carichi di passione: «Amore mi manchi», «Fatti sentire», «Ti aspetto». Ma non solo. Le inviava anche regali di ogni tipo: biancheria intima, bigiotteria, le classiche ricariche telefoniche. E la quindicenne, totalmente plagiata, non riusciva a liberarsi da questa sudditanza psicologica nella convinzione di essere, comunque, amata.
Ad accorgersi di questo situazione drammatica è stata la madre della ragazzina. Si è accorta che la figlia era inquieta, ancora più chiusa e scontrosa. E non riusciva spiegarsi perché. L'ha quindi tenuta d'occhio e, controllando, il cellulare ha scoperto quella relazione così malsana. Non ha perso tempo e denunciato l'uomo alla polizia postale: «La madre - dicono dalla questura trentina - è stata molto brava nel capire che qualcosa non andava, ha esercitato un controllo accurato. E poi è venuta subito da noi per sporgere denuncia». Gli agenti hanno lavorato per giorni recuperando i tabulati dei cellulari, mettendo le mani su messaggi e telefonate.
È stata un'indagine accurata culminata con l'ordinanza di custodia cautelare in carcere chiesta dal pubblico ministero trentino Davide Ognibene e firmata dal Gidice per le indagini preliminari Marco La Ganga. Pesantissima l'accusa: violenza sessuale aggravata nei confronti di una giovanissima definita con difficoltà di apprendimento, ma in realtà solo estremamente timida e introversa. Gli agenti si sono quindi presentati a casa del pensionato arrestandolo e portandolo nel carcere veronese di Montoio.
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