«Non ci sono più le condizioni per continuare a lavorare». Con queste

Venerdì 1 Luglio 2016
«Non ci sono più le condizioni per continuare a lavorare». Con queste parole ha aperto, ieri alle 12.30, quello che per il momento è l'ultimo tg di Antenna Tre Nordest. Poi un vertice e la decisione di tornare in redazione lunedì. Il Cdr ha voluto comunicare al direttore Domenico Basso e ai telespettatori la decisione di interrompere momnentaneamente ogni attività, ogni produzione almeno fino a quando la situazione non sarà più chiara. Un'ultima, disperata, protesta dopo l'annuncio dato dall'editore Thomas Panto di voler licenziare almeno metà dei 56 dipendenti dell'emittente: a casa 31 tra tecnici e giornalisti.
La situazione è precipitata mercoledì pomeriggio, quando il comitato di redazione dell'emittente è stato convocato da Thomas Panto. I rappresentanti sindacali pensavano che fosse una riunione per sapere, dopo un interminabile tira e molla, quale sarebbe stato il futuro dell'emittente, i piani editoriali e se l'affitto di ramo d'azienda con Eu Regional fosse andato in porto. Invece Panto ha subito dipinto un futuro a tinte fosche, dando l'annuncio che nessuno avrebbe voluto sentire: «Allo stato attuale posso salvare al massimo 25 persone, il resto è un esubero». Tradotto significa che su 56 dipendenti, 31 sono destinati al licenziamento.
Panto ha detto che la società non è più grado di sostenere nemmeno 56 contratti part time, quelli che alla fine del 2015 tutti i dipendenti di Antenna avevano firmato: «Le spese - ha precisato - sono superiori alle entrate». L'unica soluzione è quindi quella dei licenziamenti. A quel punto il Cdr ha interrotto l'incontro, chiedendo la presenza del sindacato dei giornalisti prima di continuare.
Ma Panto non tornerà indietro. Secondo i suoi calcoli Antenna Tre, così com'è strutturata, non può andare avanti. E l'affitto del ramo d'azienda della sezione news potrebbe non cambiare di molto la situazione. La Eu Regional infatti assumerebbe 25 persone (le stesse che l'editore vorrebbe salvare) mentre il resto rimarrebbe in Antenna Tre che però si occuperebbe solo della gestione della parte tecnica, come emissione e studi. E per fare questo basterebbero 4-5 persone, tecnici e non giornalisti. Per gli altri il destino sarebbe segnato: addio al posto di lavoro. Alternative, a oggi, non ce ne sono. E il comunicato letto nel tg, andato in onda senza servizi, ha però avuto quasi il tono della resa: «I giornalisti stanno lavorando da sei mesi senza stipendio e il sacrificio non è più sostenibile. Da oggi ci fermiamo nella speranza di poter contare sul sostegno, sulla vicinanza e comprensione dei telespettatori».(((caliap)))

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