«Nei vecchi controsoffitti abbiamo trovato della droga»

Martedì 28 Marzo 2017
«Nei vecchi controsoffitti abbiamo trovato della droga»
Erano l'ultimo baluardo della sosta tecnica gratuita in Veneto. Ma anche i bagni pubblici della stazione di Treviso hanno dovuto cedere. E da ieri l'ingresso è a pagamento. In cambio però, pulizia e tutela. La grande rivoluzione del vespasiano ferroviario si è compiuta di lunedì mattina, dopo un mese e mezzo di monitoraggio e lavori di riammodernamento. Il nuovo servizio funziona ora in via sperimentale dalle 8 alle 16, ma già dalla prossima settimana sarà operativo dalle 6 alle 21. Per nulla sorpresi i viaggiatori, per i quali è normale investire un euro per una toilette igienizzata e rinfrescata. Piuttosto contrariate invece le sacche disagiate composte da senzatetto, migranti e balordi, che consideravano il bagno territorio free. «Noi non ne potevamo più -sbottano dalla cooperativa portabagagli multiservice di Mestre- queste persone distruggono a calci le porte, fanno saltare le serrature: abbiamo riaperto i bagni un mese e mezzo fa dopo un completo rifacimento e già ci sono danni, ci tocca intervenire quasi ogni giorno». Ferrovie dello Stato ha dovuto provvedere anche a cambiare i controsoffitti. «Avevano scoperto -proseguono i custodi- che sopra il wc c'era un soffitto in cartongesso: hanno imparato a smontarlo e a nasconderci la droga, così abbiamo dovuto sostituirli tutti con opere in muratura». Nelle prime ore della mattina sono gli ingressi sono già più dic ento. «Ma non crediate che qui ci sia guadagno -avverte il custode- dobbiamo fare due turni e pagare due persone, non riusciamo neppure ad andare in pari». Le più contente del nuovo servizio? Senza dubbio le signore. «Pago volentieri -spiega una mamma con figlio adolescente- il bagno è pulito, meglio frequentato, mi sento più tutelata». Per i turisti la monetina è di prassi. «Mi sembra più che giusto -conferma un ragazzo americano- negli altri paesi d'Europa si paga anche all'autogrill non vedo perchè in stazione no». Treviso in ogni caso ha cercato di resistere e di continuare a fornire il servizio gratis. «Siamo stati gli ultimi ad aderire -spiegano dalla cooperativa- perchè ci sembrava giusto poter offrire il bagno gratuitamente anche alle persone indigenti. Però c'erano troppi danni e troppa poca sicurezza: l'ingresso a pagamento fa da filtro». In quel momento arriva un migrante: cappello da rapper e cuffietta. Capisce che si deve pagare. Prima protesta, poi estrae una carta di credito. Ma, ovviamente, non si può strisciare da nessuna parte. «Siamo a trenta in poche ore: arrivano, cercano di entrare gratis con ogni scusa, se ne vanno inveendo -conferma il custode- ma non è colpa nostra, queste sono le direttive».
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