«Lo Stato sta restituendo ciò che spetta ai veneti»

TREVISO - (zan) Salvaguardare la specificità di Veneto Banca e Popolare di Vicenza. Lo chiede il sindaco di Montebelluna, Marzio Favero: «Il sentimento prevalente dei soci è di grande amarezza, l'auspicio è che Intesa abbia la sensibilità di comprendere come questo territorio, centrale per la ricchezza del Nordest e quindi dell'intero Paese, sia da decenni legato a doppio filo con le due ex popolari». Per questo, secondo Favero, è essenziale che l'eventuale nuova proprietà mantenga le strutture sul posto ed eroghi un credito tagliato su misura per le pmi locali. E a quanti lamentano che la collettività si farà carico dei passivi delle due ex popolari, il sindaco ricorda che la differenza fra tasse versate e risorse ricevute per il Veneto sia sempre stato ampiamente sbilanciato verso la prima voce: «L'operazione è l'inizio della restituzione di ciò che ai veneti spetta».
Il decreto governativo sulle banche venete non ha ancora visto la luce, ma i rappresentanti dei piccoli già annunciano ricorsi: «Il Governo attacca Andrea Arman, presidente del coordinamento Don Torta e avvocato di riferimento dell'associazione Noi che credevamo nella BpV - con un decreto che interviene anche sulle obbligazioni, ossia su un rapporto fra privati, compie un atto contrario alla legge per il quale ci rivolgeremo alla Procura della Repubblica di Roma e che non potrà mai essere convertito in legge». Arman cita il patriota veneto Daniele Manin e il «dovere della popolazione di ribellarsi quando è lo stesso Stato a travalicare i margini di legalità». Se la prende con le difficoltà frapposte dalla Ue, invece, Alberto Baban, presidente della Piccola Industria di Confindustria, sottolineando come «non possiamo farci imporre una scelta dall'Europa». Per questo l'imprenditore invita il governo a rafforzare le pressioni su Bruxelles: se il salvataggio non dovesse andare in porto, avverte, «ci sarebbero conseguenze dirette sulle due banche ma anche indirette sull'intera economia».