La Regione difende le aree vergini basta nuovi edifici, via ai recuperi

Giovedì 6 Luglio 2017
La Regione difende le aree vergini basta nuovi edifici, via ai recuperi
TREVISO Ridurre le nuove costruzioni incentivando e sostenendo il recupero di quelle già esistenti. È l'imperativo categorico contenuto nella legge sul contenimento del consumo di suolo. Al momento è un elenco di buone intenzioni. Per la Regione, però, è il primo passo verso una vera e propria rivoluzione. L'obiettivo è azzerare l'edificazione su terreni vergini entro il 2050. Anche limando quanto già previsto nei piani urbanistici dei Comuni, se necessario.
A breve arriveranno i primi numeri concreti. La giunta regionale è chiamata a definire entro fine anno la quantità di territorio consumabile nella Marca. Tradotto: verrà stabilito un tetto massimo per le nuove costruzioni. Ieri il testo della legge è stato presentato al Sant'Artemio davanti a una platea di sindaci e tecnici comunali. «C'è un nuovo approccio culturale che accanto al contenimento del consumo di suolo prevede il sostegno a progetti per la riqualificazione urbana spiega Maurizio De Gennaro, direttore dell'unità organizzativa Urbanistica della Regione la legge detta dei princìpi volti a impedire l'impermeabilizzazione di nuovo territorio». Ad oggi la Regione ha stanziato 50 mila euro per i progetti di recupero. Secondo qualcuno troppo poco. «È una volgare insinuazione taglia corto il direttore si tratta solo di un chip iniziale. Non sarebbe stato possibile impegnare somme più ingenti entro la fine di quest'anno. Ma poi ci saranno altri finanziamenti».
Come si procederà in attesa che la giunta sforni il limite per le nuove costruzioni? «I Comuni possono usare il 30% delle capacità previste negli strumenti di pianificazione», precisa De Gennaro. Qualche tempo fa sarebbe stato un dramma. «Ora no. Oggi dare a qualcuno un metro cubo edificabile vuol spesso dire creargli dei problemi conclude è possibile procedere con questa nuova legge proprio perché le attuali condizioni economiche lo consentono. Dieci anni fa ci sarebbe stata una sollevazione popolare». Meglio cogliere la palla al balzo, dunque.

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