La promessa: «Ora sarà guerra»

Venerdì 29 Luglio 2016 di Cinque profughi in arrivo: in rivolta i residenti di un palazzo di San Liberale
La rabbia dei residenti del condominio di via Umbria 1, a San Liberale, scoppia proprio davanti Palazzo dei Trecento. Mercoledì gli è stato comunicato che in un appartamento ora libero verranno ospitati cinque richiedenti asilo seguiti dalla cooperativa La Esse, braccio operativo del progetto Sprar coordinato dal comune Treviso e che vede coinvolte anche altre nove amministrazioni. Sulla carta lo Sprar dovrebbe garantire 50 posti, in realtà a oggi ce ne sono solo dieci, compresi i cinque finito nell'occhio del ciclone. I residenti, avvisati solo mercoledì degli arrivi previsti per i primi di agosto, non vogliono saperne: «Arriveranno cinque uomini, non sappiamo chi siano. Non li vogliamo: fosse una famiglia con donne e bambini, li aiuteremmo senza problemi. Ma cinque uomini, venuti chissà da dove, no: qui ci sono anziani e ragazze che abitano sole e hanno paura di essere molestate». I volontari della Esse, mercoledì sera, hanno provato a spiegare che non c'è nulla da temere. Ma i residenti sono fermi sulla loro posizioni. «Li mandate lo stesso? Allora preparatevi alla guerra», hanno detto in tono bellicoso a Said Chaibi (Sel) che ha provato a discutere. Ma gli animi, a quel punto, erano già più che tesi. «La cosa gravissima - ha sottolineato il capogruppo della Lega Mario Conte, che portato la questione in consiglio comunale - è che a parlare con i residenti non si è visto nessun rappresentante del Comune. E i residenti sono stati avvisati a cose fatte, a decisioni già prese nell'ambito di un progetto come lo Sprar già fallito. Sia chiara una cosa: hanno ragione a protestare e noi saremo al loro fianco». E poco ci è mancato che dalle parole si passasse ai fatti. Dopo l'intervento di Conte, finito tra gli applausi, la discussione è proseguita fuori. E Chaibi, a un certo punto, si è trovato viso contro viso con un giovane particolarmente furioso che gli aveva appena detto: «Il nostro Paese ti ha accolto e tu dovresti essere riconoscente e difenderlo». A questo ha aggiunto un'espressione un po' pesante che al capogruppo di Sel non è piaciuta. È dovuto intervenire il presidente del consiglio Franco Rosi, accompagnato da un vigile, per riportare la calma. La discussione è finita lì, ma solo per il momento.

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