«La gente è preoccupata»

Lunedì 21 Agosto 2017
«La gente è preoccupata»
L'aria che torna ad essere respirabile, priva di quell'odore acre che ha segnato le giornate di venerdì e sabato, ma ancora il timore tra i cittadini per quelli che sono gli effetti del rogo della Vidori sono palpabili. Sebbene una nota di Usl 2 e Arpav abbia portato sabato buone notizie inquinanti al di sotto dei limiti di legge -, i dubbi rimangono visto che il fuoco si è divorato rifiuti speciali pericolosi e non stoccati all'interno dello stabilimento di via Tittoni. E maggiori dettagli si avranno oggi. «Qualcuno fa ancora delle domande non nasconde il sindaco di Vidor Albino Cordiali -, ma già da sabato pomeriggio, visti i dati buoni delle analisi, la gente era abbastanza tranquilla. Certo, vanno cauti a consumare frutta e verdura dei propri orti». Per oggi sono attese le ultime analisi che diranno se il rischio amianto sia pure scongiurato. «Sono in corso le verifiche analitiche sui campioni prelevati con sistemi di campionamento mediante pompe ad alto volume per la ricerca dei microinquinanti e sui campioni effettuati per la ricerca delle eventuali fibre libere di amianto» precisa in una nota l'Arpav.
Preoccupati non sono solo i vidoresi, ma anche i cittadini dei comuni limitrofi, in particolare quelli di Mosnigo (Moriago della Battaglia) e Col San Martino (Farra di Soligo) dove l'aria ha spinto maggiormente la nube nera. «Dall'analisi dei dati si evidenzia la presenza di composti clorurati, aromatici e monomeri di materiale plastico dettaglia Arpav sui campionamenti eseguiti tra le 15.45 e le 17.20 di venerdì sull'aria a ridosso dello stabilimento nell'angolo nord-est, a circa 450 metri in via Paludotti e sopra la colonna di fumo -. Le concentrazioni, anche in relazione alle condizioni meteo definite stabili, significative a ridosso dell'evento, già a 500 metri si erano notevolmente ridotte». La relazione evidenzia la presenza di clorometano, cloruro di metilene, acetonitrile, acrilonitrile, benzene, tricloroetano, toluene, stirene, m,p-xilene, o-xilene, metilisobutilchetone e trimetilbenzene ma in concentrazioni tutte inferiori ai valori limite, «mediamente da 10 a 1.000 volte inferiori ai più bassi limiti» rassicura Arpav.

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