LA CRISI
TREVISO Diventa sempre più pesante, ogni giorno che passa, la situazione degli sfratti in città. Sono 104 quelli esecutivi. E se qualche famiglia non è già in mezzo alla strada lo si deve solo al gran lavoro di mediazione di dirigenti e funzionari del settore Casa e Sociale, che da anni ormai hanno un filo diretto con gli ufficiali giudiziari incaricati di guidare le forze dell'ordine per liberare gli appartamenti con le buone o con le cattive. Le contrattazioni portano quasi sempre a rinvii che, in genere, coincidono con la fine dei lavori di ristrutturazione di qualche appartamento comunale da mettere poi a disposizione dell'emergenza. Fino a oggi è sempre funzionato così.
CASI DISPERATI
Adesso, di queste 104 famiglie che vivono sul filo del rasoio, 17 sono arrivate oltre ogni possibilità di rinvio. E rischiano veramente di finire in mezzo a una strada entro la fine dell'anno. Non accadrà perché, ancora una volta, strappando qualche giorno in più, chiedendo un piccolo aiuto all'Ater, si riuscirà a trovare una sistemazione a tutti. Ma continuare a vivacchiare alla giornata non è più possibile: «La situazione rischia di peggiorare - dicono da gli uffici - speravamo che con l'attenuarsi della crisi diminuissero i casi di sfratto. Ma non è così». E allora servono soluzioni. La prima, quella istituzionale, è mettere in circolo gli appartamenti sfitti di proprietà comunale: «Abbiamo 719 alloggi di cui 600 affittati, gli altri 119 sono sfitti e da rimettere a posto - elenca il vicesindaco Roberto Grigoletto - grazie a un bando regionale siamo riusciti ad ottenere 860mila euro che ci stanno consentendo di ristrutturarne 15 con una spesa media di 50mila euro l'uno. E questi saranno a disposizione per l'estate 2018. Entro la fine di novembre ne saranno pronti un'altra quindicina per risolvere le situazioni più urgenti».
LA RETE
Ma visto che l'emergenza continua a farsi sempre più pressante, ecco l'altra soluzione: creare una rete di solidarietà per intervenire nel sempre più probabile caso che mediazioni e celerità dei lavori di ristrutturazione non bastino più con il risultato che qualche famiglia per strada ci finisca per davvero.
«Vogliamo coinvolgere Caritas e tutte le associazioni che già si occupano di accoglienza - annuncia Grigoletto - e creare un tavolo per provare ad avere sempre a disposizione degli alloggi, o dei posti letto, di riserva da utilizzare per brevissimi periodi, qualche giorno al massimo. Sarebbe un paracadute necessario per non avere mai gente per strada e guadagnare quei giorni che ci servono per reperire alloggi da destinare. Vogliamo coinvolgere anche la Prefettura per avere una sponda nelle mediazioni con tribunale e ufficiali giudiziari. Fortunatamente, rispetto al passato, ci sono buoni rapporti con l'Ater: anche questo aiuta molto».
Paolo Calia
TREVISO Diventa sempre più pesante, ogni giorno che passa, la situazione degli sfratti in città. Sono 104 quelli esecutivi. E se qualche famiglia non è già in mezzo alla strada lo si deve solo al gran lavoro di mediazione di dirigenti e funzionari del settore Casa e Sociale, che da anni ormai hanno un filo diretto con gli ufficiali giudiziari incaricati di guidare le forze dell'ordine per liberare gli appartamenti con le buone o con le cattive. Le contrattazioni portano quasi sempre a rinvii che, in genere, coincidono con la fine dei lavori di ristrutturazione di qualche appartamento comunale da mettere poi a disposizione dell'emergenza. Fino a oggi è sempre funzionato così.
CASI DISPERATI
Adesso, di queste 104 famiglie che vivono sul filo del rasoio, 17 sono arrivate oltre ogni possibilità di rinvio. E rischiano veramente di finire in mezzo a una strada entro la fine dell'anno. Non accadrà perché, ancora una volta, strappando qualche giorno in più, chiedendo un piccolo aiuto all'Ater, si riuscirà a trovare una sistemazione a tutti. Ma continuare a vivacchiare alla giornata non è più possibile: «La situazione rischia di peggiorare - dicono da gli uffici - speravamo che con l'attenuarsi della crisi diminuissero i casi di sfratto. Ma non è così». E allora servono soluzioni. La prima, quella istituzionale, è mettere in circolo gli appartamenti sfitti di proprietà comunale: «Abbiamo 719 alloggi di cui 600 affittati, gli altri 119 sono sfitti e da rimettere a posto - elenca il vicesindaco Roberto Grigoletto - grazie a un bando regionale siamo riusciti ad ottenere 860mila euro che ci stanno consentendo di ristrutturarne 15 con una spesa media di 50mila euro l'uno. E questi saranno a disposizione per l'estate 2018. Entro la fine di novembre ne saranno pronti un'altra quindicina per risolvere le situazioni più urgenti».
LA RETE
Ma visto che l'emergenza continua a farsi sempre più pressante, ecco l'altra soluzione: creare una rete di solidarietà per intervenire nel sempre più probabile caso che mediazioni e celerità dei lavori di ristrutturazione non bastino più con il risultato che qualche famiglia per strada ci finisca per davvero.
«Vogliamo coinvolgere Caritas e tutte le associazioni che già si occupano di accoglienza - annuncia Grigoletto - e creare un tavolo per provare ad avere sempre a disposizione degli alloggi, o dei posti letto, di riserva da utilizzare per brevissimi periodi, qualche giorno al massimo. Sarebbe un paracadute necessario per non avere mai gente per strada e guadagnare quei giorni che ci servono per reperire alloggi da destinare. Vogliamo coinvolgere anche la Prefettura per avere una sponda nelle mediazioni con tribunale e ufficiali giudiziari. Fortunatamente, rispetto al passato, ci sono buoni rapporti con l'Ater: anche questo aiuta molto».
Paolo Calia