Il mare di erbe e sassi è diventato un Eden

Mercoledì 24 Agosto 2016
Il mare di erbe e sassi è diventato un Eden
Cemento e aiuole, balconate e gradini. Tanti figli e spese formato famiglia. Colori e cognomi sul citofono che dicono mondi. Le periferie possono avere spesso la stessa faccia. Però a volte tra sassi e calcestruzzo arrivano le cicorie, i peperoni,i fagioli. Ed è subito comunità. Così, grazie a forme di autopromozione, il quartiere San Paolo si gioca la carta di una nuova rinascita. Il laboratorio di questo nuovo umanesimo? L'orto. Dove, a sera, coppie di cingalesi si scambiano semi con signore della Costa d'Avorio. Dove esperti contadini made in Nordest mettono in comune le proprie conoscenze con i profughi. Dove esistono tre orti di solidarietà e chi più ha regala qualcosa alla cassa comune. Tutto questo davanti agli occhi impassibili dei casermoni del Biscione e di un quartiere popolare e multietnico che sta facendo nuove esperienze di socializzazione. «Tutto è cominciato nel 2014 con un bando comunale- spiega Ivonne Tordini, referente del gruppo anziani Treviso, che insieme ad altre 5 associazioni e al coordinamento del quartiere gestisce l'orto- qui fino ad un anno e mezzo fa c'erano solo erbacce e blocchi di cemento». Non sembra vero: oggi è un piccolo Eden con 42 orti delimitati, aiuole di fiori, e un'incredibile varietà di piante. «Prima qui c'era il villaggio della vita, dove erano stati messi dei prefabbricati provenienti dal Friuli utilizzati per le ragazze madri- spiega Franco Iannelli, una delle anime dell'orto di Borgo Furo - con materiali di raccolta abbiamo pulito, disinfestato, creato un laghetto per l'accumulo d'acqua, ma anche aiuole, piantato alberi da frutto e filari di vite con uva da tavola». A giugno si sono avuti i primi raccolti: insieme alla lattuga, i germogli di bisap degli orti senegalesi. All'orto di Borgo Furo vengano famiglie con bambini e anziani, coppie ivoriane e gruppi cingalesi. Ma esistono due appezzamenti per i profughi. «Insegniamo loro i rudimenti dell'agricoltura: guardate che peperoncini hanno» indicando una cascata rosso fuoco. «Periferia non è emarginazione» sintetizza il presidente dell'Associazione Quartiere San Paolo Alfio Bolzonello, che di questa e altre iniziative è padre spirituale. Sabato alle 17 l'inaugurazione ufficiale di questo piccolo miracolo botanico, intorno a cui si è costruita la quarta festa del quartiere San Paolo, che da venerdì a domenica permetterà ad una realtà dove la convivenza non è sempre facile, di uscire allo scoperto presentando il lato migliore. «La festa è il risultato di politiche spontanee coordinate dal Comune- spiega Liana Manfio, assessore alle politiche sociali- in questi mesi abbiamo lavorato con i cittadini del San Paolo sui tema della sicurezza, della convivenza e della protezione del verde». Non tutto è rose e fiori al Biscione e dintorni: bello però pensare che la rinascita venga dal basso, dalle carote alle piante di karkadè fino al grande melo che sarà piantato sabato in piazzale Francia.

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