Gestioni colabrodo: arriva il conto

Venerdì 24 Febbraio 2017
Gestioni colabrodo: arriva il conto
Colpevoli di aver fatto sparire il denaro di una quindicina di condomini che amministravano. Il giudice Michele Vitale ha inflitto una condanna a due anni e otto mesi di reclusione a Roberto Artuso (a cui è stata anche revocata la sospensione condizionale della pena) e a due anni e quattro mesi alla moglie Cristina Caodaglio. Il giudice ha anche disposto il pagamento immediatamente esecutivo di un risarcimento danni da 75 mila euro da versare in solido alle parti civili costituite: il Comune di Treviso per i condomini Ater Michelangelo ed Ex Lattes e per i condomini Ronchese e Sant'Urbano. Marito e moglie erano chiamati a rispondere del reato di appropriazione indebita aggravata dall'abuso di prestazione d'opera per un buco da oltre mezzo milione di euro. Denaro sparito durante la gestione dei due coniugi titolari della società Amministrazioni Restera srl quando una quindicina di condomini si è ritrovata con fatture non saldate da centinaia di migliaia di euro che erano state però regolarmente pagate. Nello specifico l'ammanco contestato dalla Procura di Treviso a Roberto Artuso e a Cristina Caodaglio è di 514.979,06 euro: 83 mila euro per il condominio Michelangelo di via Don Milani, in cui parte offesa è l'Ater così come per gli 8.530 del condominio Ex Lattes di via Carlo Alberto, 3.949 per il supercondominio Ghirada, 28.600 per il condominio Montello di Ponzano Veneto, 19.394 per il Ginestra di strada del Nascimben, 27.216 per il Sant'Urbano di Preganziol, 7.000 per il Stangade di via Stangade, 44.639 per il Sant'Antonino 213, 42.605 per il Loggia del Sile di via Ospedale, 8.000 per i blocchi G1, F2, F3 ed F4 del condominio Delle rose, 27.876 per il Solare di via Bramante. A questi va aggiunto poi l'ammanco più oneroso: quello da 108.800 euro del condominio Campovecchio di via Polacco. E poi quelli di una serie di condomini in via Ronchese per un totale di 105.364 euro di buco. Alla coppia, a conti fatti, poteva andare anche peggio: il pm Francesca Torri, titolare dell'inchiesta, aveva infatti ipotizzato una pena finale di tre anni e quattro mesi per Artuso e di due anni e dieci mesi per la moglie già ridotta di un terzo in virtù del rito abbreviato a cui i due avevano fatto ricorso proprio per contenere la pena in caso di condanna.

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