«Fiducia nella riforma ma serve una revisione»

Lunedì 22 Maggio 2017
«Fiducia nella riforma ma serve una revisione»
«L'azione dei sindaci sarà quella di presidiare il territorio». Floriano Zambon, sindaco forzista di Conegliano, ha firmato insieme a Paolo Speranzon e Annalisa Rampin, presidenti dei comitati dei sindaci di Conegliano, Treviso e Asolo, la lettera inviata a Luca Zaia che pone alcune questioni sul futuro del sociale con l'avvio della nuova riforma sanitaria regionale. Eppure rimarca che i dubbi non inficiano nel fondo la sua fiducia. «È una riforma votata all'unanimità, ora non ha senso lamentarsi» afferma un po' sibillinamente. Tuttavia non sono stati i primi cittadini a votare la riforma, che verrà comunque discussa dalla Conferenza dei sindaci del 30 maggio. «Ma c'è un collegamento tra Comuni e forze politiche. Tutti sapevamo quali fossero i termini del riordino» spiega Zambon.
Allora che senso ha inviare una lettera in cui si segnala un problema, nello specifico quello del Progetto Obiettivo Salute Mentale? «Porre l'accento sulla questione specifica e chiedere una revisione è una cosa. Ma non significa mettere in discussione l'impianto generale della riforma. Noi abbiamo rilevato un ostacolo nell'accorpamento a 3 delle unità complesse destinate al comparto psichico e abbiamo chiesto di poter ridiscutere questo capitolo. Tutto qui». Quindi, con questa lettera, intendete affermare che sono solo necessari alcuni correttivi? «Si, ora bisogna accompagnare una transizione che comunque rappresenta un cambiamento. E come tale va gestita».
Sarà quindi importante capire, anche alla luce di queste posizioni, cosa uscirà dalla riunione dei sindaci anti riformache si svolgerà oggi a Ca' Sugana. E a parlare saranno anche le presenze. Posto che i sindaci di area centrosinistra non mancheranno al confronto, resta da capire quanti sindaci di centrodestra parteciperanno ad un dibattito che, viene ricordato da più parti, non ha casacca nè colore, ma guarda solo al futuro della salute dei cittadini. Ci saranno di sicuro Roberto Tonon di Vittorio Veneto, Carola Arena di Mogliano, Paolo Galeano di Preganziol e Miriam Giuriati di Casier, che attacca: «Se non ci opponiamo saremo ricordati come la regione Attila dei servizi sociali». Nel frattempo, l'uscita allo scoperto di Manildo e l'appoggio dei principali primi cittadini della provincia, incassa il plauso del consigliere Pd Nicolò Rocco. «Grazie ai sindaci trevigiani di ogni colore politico che vogliono difendere la nostra Sanità e i nostri servizi- afferma-. Le scelte della Regione stanno creando veneti di serie A e di serie B. Un cittadino della provincia di Treviso (900.000 abitanti) avrà meno diritti rispetto ad un cittadino di San Donà (200.000). I sindaci dimostrano che su queste cose l'unico partito che conta è quello di chi vuol bene alla propria gente».

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