Donatori di organi, a Treviso è scritto anche sui documenti

Mercoledì 18 Gennaio 2017
Donatori di organi, a Treviso è scritto anche sui documenti
Anche a Treviso sarà possibile segnare sulla propria carta d'identità la volontà di donare organi e tessuti in caso di decesso. Sarà sufficiente comunicarlo all'ufficio anagrafe nel momento in cui si richiede o si rinnova il documento. C'è voluto qualche mese per mettere a punto, e sperimentare, il particolare software che consente di registrare questa disponibilità negli elenchi dell'anagrafe e mettere a disposizione l'informazione anche all'Usl 2. Ma da ieri è tutto operativo. E i primi a modificare la propria carta d'identità, iscrivendosi contestualmente all'Aido, sono stati il sindaco Giovanni Manildo e l'assessore Caterina Cabino.
«Stiamo lavorando a questa iniziativa dal marzo scorso - osserva la Cabino - donare gli organi significa donare la vita. Dal punto di vista culturale è una vera e propria rivoluzione». Accanto all'assessore si è dato molto da fare anche il Nicolò Rocco, consigliere comunale Pd, che ha lavorato all'organizzazione di un convegno in programma per venerdì a Palazzo dei Trecento (dalle 20,30) che vede assieme sia Ca' Sugana che l'Usl 2 e l'Aido. Il titolo scelto è Donare è vivere due volte e sarà l'occasione per sentire l'esperienza di tante famiglie di donatori. Tra gli ospiti anche Giovanni Busnello padre di Francesco, giovane trevigiano che nel 1985 divenne il primo donatore di cuore in Italia.
A Treviso i numeri sono importanti: dal 2014 al 2016 ci sono state 200 donazioni di tessuti all'anno; mentre nel 2016 25 persone hanno donato organi. «Questa del Comune è un'iniziativa di alto valore sociale - sottolinea Marco Morgante, direttore sanitario dell'Usl 2 - nella nostra provincia l'informazione fatta negli ultimi 20 anni è stata così capillare che tanta gente ha scelto di donare organi e tessuti. Anzi proprio a Treviso, da 15 anni, abbiamo una banca dei tessuti che si sta rivelando indispensabile». «La banca dei tessuti di Treviso - aggiunge Mario Donner, presidente provinciale dell'Aido - è una tra le più importanti d'Europa. Senza questa disponibilità di tessuti non si potrebbe nemmeno operare. Queste iniziative vanno bene anche se la cultura della donazione non è ancora così consolidata come vorremmo».

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