TREVISO - (ef) Certo, il motivo per cui si sono trovati nella casa circondariale di Treviso non è la frequentazione di una scuola. Ma il modo in cui ascoltano i loro insegnanti, l'attenzione all'abito buono e il senso di rispetto lasciano subito percepire che l'educazione qui può davvero diventare una prospettiva e, chissà, regalare un futuro diverso dalla violenza e dalla trasgressione delle regole. Con 120 frequentanti su 180 detenuti presenti, la scuola del carcere di Santa Bona risulta una delle più frequentate d'Italia. E la consegna dei diplomi diventa un momento di grande emozione. Oltre alle materie curriculari i detenuti hanno potuto incontrare il teatro. La risposta è stata entusiasmante. «Ci ha aiutato a vincere la timidezza» rispondono con un italiano pieno di diverse inflessioni. Hanno età diverse, nazionalità diverse e staranno dietro le sbarre per tempi differenti. Non lunghi comunque. In dieci hanno ottenuto il diploma tra biennio superiore, scuola media e elementare. Oltre alle materie consuete corsi di italiano, di lingua straniera, corsi per lo sviluppo di competenze digitali, di scrittura creativa. A queste, si è aggiunto il progetto Le forme del teatro, articolato in quattro spettacoli, e in due laboratori di formazione per i detenuti e per gli insegnanti del Cpia. Messi di fronte alle loro fragilità e alle emozioni, i detenuti hanno tirato fuori molte cose: dalla rabbia al talento. «Noi ci saremo anche nel futuro per questi ragazzi» commenta Marco Tamaro, direttore della Fondazione. E un'altra bella proposta arriva dall'Ente parco Sile, con cui alcuni dei detenuti hanno collaborato. L'anno prossimo potrebbe essere organizzata una gita sulle rive del fiume.
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