Coca e ricatti: condanne per 5 anni

Venerdì 30 Settembre 2016
Tre anni e sei mesi di reclusione a un imputato e venti mesi al complici: queste le pesanti condanne inflitte dai giudici a due giovani romeni, finiti alla sbarra per estorsione e tentata estorsione. I pusher, per l'accusa, avrebbero minacciato minacciato e sfregiato il consumatore creditore.
Il movente della tentata estorsione? Il fiume di cocaina non pagato. È quanto ha sostenuto il pm Mara De Dona, sulla base delle prove raccolte dai carabinieri, chiedendo di condannare a 5 anni i romeni Tudor Adrian Dardara, 24 anni, di Caerano, e Marius Negrut, 23 anni. Accusa che i due imputati, assistiti dagli avvocati Christian Menegon e Ilaria Dalla Rosa, hanno sempre respinto, decidendo di affrontare il processo per dimostrare la propria innocenza. Ma nel corso del dibattimento la posizione dei due imputati si è aggravata. Alcuni testimoni hanno dipinto un quadro a tinte ancora fosche più fosche da quello emerso dalle indagini. Decine e decine di consumatori di cocaina, quasi tutti insospettabili professionisti di Montebelluna, Castelfranco, Ponzano, Paese e Treviso. Tra loro anche un noto architetto di Treviso che è stato chiamato a testimoniare sul giro di polvere bianca tra i vip.
Per l'accusa i due imputati, con l'aiuto di persone non identificate, avrebbero ricattato, minacciandolo pesantemente, un ponzanese. «Non hai pagato 15mila euro di cocaina - avrebbero detto i due romeni, secondo l'accusa - al pusher. Ora devi tirarne fuori 151mila». Poi le minacce esplicite. A settembre 2013 in centro a Montebelluna, i due imputati, per l'accusa, avrebbero terrorizzato il creditore: lo avrebbero malmenato e sfregiato con un anello.
Pronto a dare battaglia in appello l'avvocato Menegon: «I giudici - attacca - non hanno adeguatamente tenuto conto delle versione palesemente contrastanti della vittima e della moglie. Lui parla di di un debito di 10mila euro e di una richiesta di 151mila. Lei di un debito di 2mila lievitato a 600mila. Ma i buchi nell'inchiesta sono anche altri. Li faremo emergere davanti ai magistrati veneziani».

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