Carte d'identità, sfida alla Lega «Prima studiate la legge»

Lunedì 12 Dicembre 2016
Carte d'identità, sfida alla Lega «Prima studiate la legge»
«Adesso vogliamo sapere i numeri esatti. Solo alle Serena sono 401 i richiedenti asilo iscritti all'anagrafe di Treviso, ma ce ne sono sicuramente tanti altri. Perchè vengono tutti a Treviso? Presenteremo un'interrogazione scritta: vogliamo andare a fondo e sapere qual è la situazione». Mario Conte, capogruppo della Lega, adesso vuole andare fino in fondo. La questione delle carte d'identità ai richiedenti asilo, che a Treviso viene concessa senza particolari problemi mentre altri comuni, come Oderzo, oppongono resistenza e anche l'Anci chiede lumi al Governo per capire come muoversi, diventa un caso.
Caterina Cabino, assessore di reparto, si difende attaccando. «A Mario Conte che continua ad interrogarsi sul mio operato non posso che rispondere questo - replica - vada a leggersi le norme e cerchi di comprenderle, poi da bravo cittadino, osservante della Costituzione, cerchi di applicarle. Dopo di che s'interroghi: è meglio sapere chi è che risiede nella nostra città oppure insistere a definire clandestino chi clandestino non è? Chi è che crea tensione: chi aizza i penultimi contro gli ultimi o chi si adopera per rendere la città più consapevole e, pur nelle difficoltà, continua a rispondere ai problemi delle persone?». E chiude duramente: «È possibile che Treviso non abbia bisogno di Cabino, ma è certo che non ha bisogno di Conte». A sostegno dell'azione della giunta interviene anche Luigi Calesso (Impegno Civile): «L'attacco leghista sulla questione delle carte d'identità ai profughi è priva di qualsiasi valore. L'amministrazione cittadina sta semplicemente rispettando la legge in materia di rilascio dei documenti di identità ai richiedenti asilo, a differenza di quanto fanno le amministrazioni leghiste. L'aver ottenuto il documento di identità non implica per chi ne è in possesso alcun diritto che non sia tra quelli già previsti dalla condizione di richiedente asilo; nel momento in cui il richiedente asilo vedesse respinta la richiesta e fosse oggetto di un provvedimento di espulsione è evidente che la residenza in un comune perderebbe automaticamente valore».

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