Assolto perché il fatto non costituisce reato. È la formula con cui ieri

Giovedì 29 Settembre 2016
Assolto perché il fatto non costituisce reato. È la formula con cui ieri mattina il giudice di Treviso Marco Biagetti ha dichiarato del tutto innocente Marco Compiano, finito sotto processo per rispondere dell'accusa di non aver versato entro i termini previsti l'imposta sul valore aggiunto per un importo relativo all'anno 2012 di 1.135.375 euro. Anno in cui, in realtà, a capo dell'Istituto di Vigilanza non c'era lui ma il fratello Luigi. Marco Compiano era infatti stato nominato legale rappresentante della società il 7 novembre 2013, a conti fatti circa meno di un mese prima dei controlli effettuati dagli ispettori dell'agenzia delle entrate. «Finalmente è stata ristabilita la verità e verranno dissequestrati i miei beni - ha dichiarato Marco Compiano al termine dell'udienza con a fianco la moglie, che alla lettura del dispositivo l'ha abbracciato quasi in lacrime - Di recente, giusto per farvi capire cos'ho passato, ho avuto un incidente stradale e non ho neppure potuto aprire un conto corrente per incassare l'assegno per i danni subìti. Tra l'altro in questi anni in cui i beni erano sotto sequestro mi sono state comunque chieste le tasse su quel patrimonio ereditato da mio padre. Per fortuna è arrivata la parola fine a questo incubo». «La preoccupazione principale del mio assistito all'epoca dei fatti contestati - ha spiegato l'avvocato Andrea Gritti - è sempre stata quella di pagare gli stipendi dei 120 dipendenti dell'Istituto di Vigilanza, saldare i contratti telefonici in essere e pagare la benzina dei mezzi dell'azienda. L'obiettivo dunque è sempre stato quello di portare la società in salute fino all'amministrazione straordinaria». Un obiettivo che a conti fatti è stato raggiunto, nonostante la scarsa liquidità in cui versava la società dovuta al fatto che le banche avevano progressivamente ritirato i fidi a causa dello scandalo della North East Service, per cui il processo è ancora agli inizi e vede imputati Luigi Compiano per bancarotta fraudolenta e gli ex membri del cda per bancarotta semplice. L'istituto di Viglianza Compiano, infatti, e probabilmente proprio grazie all'operato di Marco Compiano, era stato successivamente venduto, come ha testimoniato in aula l'amministratore straordinario Sante Casonato, e i posti di lavoro di tutti e 120 i dipendenti erano stati salvati. Secondo la difesa, l'Iva non era stata versata soltanto a causa della mancanza di liquidità, tesi che è stata accolta in pieno dal giudice che ha pronunciato una sentenza di piena assoluzione.

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