Aborto: 6 medici in tutta la Marca

Sabato 25 Febbraio 2017
Aborto: 6 medici in tutta la Marca
Negli ospedali di Castelfranco e Montebelluna non c'è un solo medico che pratichi gli aborti. Sono tutti obiettori di coscienza. L'Usl garantisce il servizio delle interruzioni volontarie di gravidanza entro i tre mesi (in base alla legge 194), ricorrendo a uno specialista esterno pagato a gettone che viene chiamato quando serve. Solo per eseguire gli aborti che altrimenti nessun altro farebbe. Così, almeno, le donne non si vedono negare un diritto.
Va un po' meglio negli altri ospedali. Ma la situazione resta al limite. Alla fine in tutta l'Usl della Marca ci sono solo sei medici non obiettori. Due a Vittorio Veneto e uno a Conegliano. Più tre in servizio al Ca' Foncello su 17 camici bianchi. Fino a poco tempo fa anche a Treviso, uno dei più grandi punti nascita del Veneto con quasi 2.500 parti all'anno, le interruzioni volontarie di gravidanza erano affidate a un medico a gettone. Adesso non è più così. I tre medici non obiettori consentono di garantire il servizio, organizzando dei turni e concentrando gli interventi in una sola giornata, tenuta riservata per evitare che davanti all'ospedale si assiepino i più svariati gruppi di preghiera contro l'aborto. E le richieste non mancano. Solo a Treviso ogni mese vengono effettuate mediamente tra le 25 e le 30 interruzioni volontarie di gravidanza entro i tre mesi. Quasi una al giorno. Senza contare i due o tre aborti al mese eseguiti oltre i 90 giorni, ma comunque entro i 180, per gravi motivi di salute, sui quali non incide l'obiezione di coscienza.
«I medici non obiettori vanno coordinati con anestesisti e infermieri a loro volta non obiettori spiega Enrico Busato, direttore dell'unità di Ginecologia e ostetricia ma i turni e la concentrazione degli interventi permettono una buona organizzazione». Insomma, l'Usl della Marca non è ai livelli dell'ospedale San Camillo di Roma che ha aperto un concorso per assumere espressamente due ginecologi non obiettori per riuscire a garantire il servizio di interruzione volontaria di gravidanza. Ma il semplice trasferimento di uno dei sei non obiettori rischierebbe di far saltare un sistema delicato. Busato non ha però dubbi. «Il servizio va garantito anche nel caso in cui ci si ritrovasse con tutti medici obiettori precisa senza tentennamenti . Le strutture pubbliche devono garantirlo». Nei casi estremi chiamando medici dall'esterno. Proprio come accade a Castelfranco e Montebelluna.

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