A teatro batte il cuore: c'è il salvavita

Venerdì 26 Maggio 2017
TREVISO - Se il teatro vi fa battere il cuore, questo è il posto che fa per voi: da oggi il Comunale di Treviso è l'unico teatro nella Marca dotato di defribillatore. Il salvavita, che una legge regionale prevede in molti luoghi ad alta frequentazione, ma da cui a sorpresa sono esclusi cinema e teatri, è frutto di un service portato avanti da Lions club Nervesa della Battaglia Tarvisium. «Tutto nasce da una grande passione per questo luogo - conferma Daniela Chinaglia, abbonata doc alle stagioni di Teatri Spa- e dalla considerazione che uno strumento di questo genere potrebbe salvare delle vite, soprattutto in una platea in cui molte sono le teste canute. Lions nell'ambito del centenario internazionale ha voluto pensare ad arte e salute con il dono del defibrillatore e una manutenzione quinquennale». Il defibrillatore cardiaco è un apparecchio che può essere usato anche dal personale del teatro: per questo verrà fatta un'apposita formazione nei prossimi giorni e il dispositivo verrà posizionato in infermeria. Giorgio Favero, socio, medico di famiglia, ha avuto l'intuizione di dotare di questo strumento il teatro. «Oggigiorno il salvavita dovrebbe essere uno strumento presente in ogni luogo pubblico -conferma- tuttavia la normativa si limita a consigliare nei cinema e nei teatri, come negli altri luoghi affollati. Teniamo presente che in Italia si registrano 60mila morti di arresto cardiaco all'anno. Con il defibrillatore si possono arginare notevolmente». La donazione è avvenuta nel Ridotto del teatro alla presenza dell'assessore alla cultura Luciano Franchin. «Ai Lions va il nostro ringraziamento più sincero - conferma Gianfranco Gagliardi, presidente Teatri Spa- il salvavita va a rendere il teatro ancora più sicuro. Grazie di cuore per questo riconoscimento di valore dato alla cultura. Il segno da parte nostra sarà quello di mettere una targa in biglietteria a ricordo del service». Ora il personale di Teatri Spa verrà formato all'uso del salvavita grazie a un corso del Suem.
Elena Filini

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