Voucher cancellati, duecento senza lavoro

Venerdì 24 Marzo 2017
La gatta frettolosa fa i gattini ciechi. E nella rincorsa per annullare il referendum promosso dalla Cgil sull'abolizione dei voucher, il Governo ne ha deciso la cancellazione di colpo senza guardare ai suoi usi corretti. È il caso del progetto voucher, l'iniziativa che offriva speranza e un piccolo sostentamento a quanti si trovavano in situazioni di particolare disagio sociale ai quali veniva offerta la possibilità di piccoli impieghi in lavori socialmente utili, dal giardinaggio alla pulizia di strade ed edifici pubblici. Una delle linee del Fondo Straordinario di Solidarietà per il Lavoro, promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e che, in questa sua articolazione, era coordinato a livello provinciale dal Consvipo in collaborazione con le Diocesi di Adria-Rovigo e Chioggia, con la partecipazione di ben 40 Comuni polesani per un ammontare complessivo 418mila euro in buoni lavoro distribuiti a 276 persone.
Il presidente del Consvipo Angelo Zanellato sottolinea con rammarico come, per effetto dell'entrata in vigore del Decreto Legge 25 del 17 marzo che elimina l'istituto del voucher con decorrenza immediata, «questo intervento di grande impatto economico-sociale con molta probabilità verrà stroncato sul nascere». Per questo, il presidente del Consvipo, esponente del Pd, ha provveduto a evidenziare al ministro del Lavoro Guliano Poletti, interessando anche i parlamentari polesani, la senatrice Emanuela Munerato e il deputato Diego Crivellari, le importanti ricadute che l'intervento, con l'utilizzo dei voucher, ha sul territorio polesano e che vi è pertanto l'urgente necessità che venga adottato un nuovo strumento che possa consentire di raggiungere gli stessi obiettivi.
«Il servizio svolto in questi anni dal Consorzio per i Comuni soci rimarca Zanellato - era indispensabile a garantire le prestazioni, che, da un lato consentivano di eseguire lavori di pubblica utilità per i quali non vi sarebbero state risorse e, dall'altro, consentivano di dare un minimo di reddito a persone che, viceversa, ne sarebbero state completamente sprovviste. Oltre all'aspetto economico, la flessibilità del voucher permetteva di inserire le persone individuate dai Servizi sociali dei Comuni in un percorso di inclusione sociale che altrimenti non avrebbe potuto essere realizzato, lasciandole nella più totale emarginazione».
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