Sequestrate tre auto con "ganasce" antimafia

Sabato 30 Luglio 2016 di I mezzi, tra i quali un'Audi e due camper, sono stati ritenuti incompatibili con le entrate di una famiglia Rom di Crespino
Reddito dichiarato praticamente pari a zero, ma un parco mezzi di tutto rispetto. Il tutto è emerso grazie a "Molecola", lo speciale software in dotazione alla Finanza che ha evidenziato anche un "curriculum criminale" tale da lasciare il sospetto che tutto fosse frutto di attività illecita. Non a caso, lo scorso dicembre, marito e moglie erano finiti in manette dopo essere stati sorpresi dai carabinieri mentre erano intenti a ripulire auto in sosta, spaccandone i finestrini con un trucco ormai consolidato, ovvero quello di aspettare che le campane iniziassero a suonare, in modo che i rintocchi coprissero il rumore di vetri infranti. In particolare, in quel caso, quelli di una Golf, posteggiata poco distante dal parco Munari di Badia Polesine. La famiglia in questione, invece, di etnia rom, risiede a Crespino. I militari erano già da un po' sulle loro tracce, ritenendoli responsabili di altri colpi simili compiuti a Rovigo. E, dopo essere finiti nel mirino dei carabinieri, è stata la volta della Guardia di Finanza di Rovigo: le Fiamme Gialle guidate dal colonnello Nicola Sibilia, sulla base delle norme previste da Codice antimafia, che si applica anche a soggetti non direttamente legati alla criminalità organizzata, dopo il via libera del Tribunale, hanno posto sotto sequestro tre dei sette mezzi riconducibili alla famiglia di Crespino. In tutto, due camper, un'Alfa Romeo 166, due Fiat Punto, un'Audi A6 e uno scooter. In realtà, il capo famiglia risulterebbe titolare di una ditta di rivendita di auto, ma dai controlli sembra che la sua attività prevalente sia di tutt'altra natura. È stata la collaborazione fra il comando provinciale della Finanza ed il Servizio centrale investigazione criminalità organizzata ad evidenziare come il nucleo familiare, titolare di un patrimonio sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati, avesse a proprio carico numerose condanne, in particolare per furti e rapine, oltre a denunce anche per altri reati, come spaccio di droga e clonazione di carte di credito.
Nel tempo, il 57enne e la compagna 43enne sono stati anche sottoposti a misure di prevenzione personali, come la sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno di tre anni per il marito e uno per la moglie disposto nel 2014. La combinazione di questi elementi, un patrimonio ingiustificato e una fedina penale non immacolata, ha spinto le Fiamme gialle a procedere con la richiesta di sequestro di alcuni beni mobili della famiglia, il cui possesso non trovava giustificazione nei redditi dichiarati. Le indagini, coordinate dalla Procura di Rovigo, si sono concretizzate in due distinte proposte accolte dal Tribunale che ha disposto l'applicazione delle misure di prevenzione. Le investigazioni finanziarie sono state eseguite grazie all'utilizzo del sofisticato software «Molecola», che consente di immagazzinare ed elaborare una mole enorme di dati relativi a redditi e patrimonio.
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