Ristoranti etnici e aziende al setaccio

Martedì 22 Agosto 2017
Ristoranti etnici e aziende al setaccio
I controlli sul fronte delle uova, dopo l'allarme sulla contaminazione da Fipronil, antiparassitario comunemente impiegato per cani e gatti ma il cui utilizzo è vietato nella catena alimentare umana, riscontrata nella produzione di Belgio e Paesi Bassi, continuano ad interessare il Polesine. Oltre all'azione avviata dall'Ulss Polesana sulla base del piano di controlli a campione sugli stabilimenti di imballaggio e di trasformazione delle uova disposto dalla Giunta regionale, sono entrati in azione anche i carabinieri del Nucleo antisofisticazioni di Padova. Si tratta sempre di verifiche preventive che in questo caso hanno interessato il settore della ristorazione. In particolare, le attenzioni dei militari, guidati dal capitano Marco Passarelli, si sono concentrate sui locali gestiti da cinesi, quattro quelli passati in rassegna nella città di Rovigo.
«Abbiamo prelevato dei campioni spiega lo stesso capitano Passarelli , che sono stati poi inviati ai laboratori dell'Istituto zooprofilattico delle Venezie per le analisi del caso. Si tratta di controlli puramente precauzionali perché non risulta che in provincia di Rovigo siano arrivate partite di uova contaminate: ci stiamo muovendo sulla base delle linee dettate dal ministero della Salute che, visto l'allarme, ha disposto un piano straordinario di verifiche. Il campionamento è, in particolare, sui cosiddetti ovoderivati, anche perché le uova che circolano anche nella grande distribuzione sono già attentamente controllate. Sulle uova al dettaglio la sicurezza è massima, grazie anche alla perfetta tracciabilità».
I controlli continueranno anche nei prossimi giorni, così come quelli dei Servizi di igiene alimenti di origine animale dell'Ulss sulla base del piano regionale, che ha disposto maggiori verifiche soprattutto in provincia di Rovigo così come in quelle di Verona e Vicenza, interessando il 20% dei 41 centri di imballaggio attivi in Veneto, e tutti e nove gli stabilimenti di trasformazione.
«Lo scopo è quello di far sì che vi sia la certezza della qualità dei nostri prodotti ha spiegato il direttore generale dell'Ulss 5 Antonio Compostella Qui non risulta alcuna partita di uova a rischio, la volontà è esclusivamente quella di garantire al massimo la sicurezza alimentare».
In realtà, dopo che una partita sospetta di uova importate dai Paesi Bassi via Francia da un'azienda emiliana con deposito in un'altra regione era stata segnalata e precauzionalmente bloccata, proprio dal piano di controllo varato dal Ministero della Salute ieri sono emersi due casi di positività al Fipronil, in un piccolo laboratorio artigianale di pasta all'uovo in provincia di Roma e in uno stabilimento di imballaggio in provincia di Ancona che non sembra aver importato alcunché. L'attenzione, quindi risulta massima e, come già avevano vaticinato gli assessori regionali all'Agricoltura e alla Sanità Giuseppe Pan e Luca Coletto «non si può escludere in via assoluta che trattamenti analoghi possano esser avvenuti anche negli allevamenti italiani». Il Ministero della Salute, tuttavia, sottolinea come «allo stato non risulta che si siano manifestati in alcun Paese dell'Unione casi di intossicazione umana legata all'utilizzo delle uova contaminate».
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