«Questi macellai l'hanno uccisa», è lo sfogo del figlio della donna

Sabato 2 Luglio 2016
«Questi macellai l'hanno uccisa», è lo sfogo del figlio della donna di 81 anni, Emma Tenani, che martedì si è spenta, fiaccata nell'animo e nel corpo dal pesante raggiro subito il 19 maggio.
Quel giorno, infatti, alla porta della sua abitazione, in Commenda, si presenta un uomo con una divisa da lavoro che, mostrando un tesserino della società del gas, le spiega in modo concitato che si è verificato un problema a causa dei lavori, che effettivamente sono in corso poco distante, che è entrato del metano nelle tubature dell'acqua e che deve aprire un rubinetto per una verifica. La donna, che già in precedenza ha respinto altri tentativi di truffa, in questo caso si allarma e fa entrare l'uomo che, per rendere tutto più credibile, non visto, spruzza nell'aria una sostanza che simula l'odore acre del metano, tanto che la donna ed il marito 82enne devono coprirsi il volto provando un senso di nausea. Non solo, ma sempre per sostenere la propria messinscena fa esplodere un grosso petardo che manda definitivamente nel panico i due anziani, ai quali gentilmente ma con tono deciso rivolge l'invito a raccogliere tutti gli oggetti di valore per fuggire, visto il rischio che la casa possa saltare per aria.
Contanti, gioielli: tutto è viene infilato in fretta e furia in un contenitore, anche l'uomo li «aiuta», mettendo dentro cornici ed altre suppellettili in argento, mentre parla con un complice con un walkie talkie: «Sì, sta esplodendo tutto, lo so che dobbiamo fare veloci ma sono due persone anziane». La paura ha fatto abbassare ogni difesa a marito e moglie, fino a quando non si sono accorti che l'uomo si era dileguato portandosi via tutto quanto avevano raccolto. Oltre al valore economico, stimato attorno ai 50mila euro, vi è poi il valore affettivo, visto che alcuni gioielli erano appartenuti alla madre e alla nonna dell'anziana.
«Anche questo ha contribuito al crollo psicofisico di mia madre - sottolinea il figlio - Era una donna attiva ed esuberante, andava in bicicletta, guidava. Ero io che dovevo frenarla. Dopo questo fatto, che per dinamica non esito a definire rapina, visto che è stata fatta violenza sia psicologica che fisica, con l'uso dello spray narcotizzante, si è profondamente abbattuta. Ha perso sonno ed appetito ed ha così avuto un vero e proprio tracollo». Fino alla morte. Ieri, in Commenda si sono celebrati i funerali. I malviventi, intanto, sono ancora a giro indisturbati.
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