Pensioni, in Polesine le più basse

Mercoledì 17 Maggio 2017
Pensioni, in Polesine le più basse
Rovigo maglia nera per le pensioni in Veneto, con i valori più bassi e un costante e preoccupante divario tra uomini e donne. Diminuisce il numero di pensioni, aumenta, ma comunque di poco (circa venti euro), l'importo medio dell'assegno, che si conferma il più modesto di tutta la regione pur registrando una crescita superiore a tutte le altre province. Questo stando ai dati Inps riguardanti i dipendenti privati, con l'esclusione dunque del personale pubblico ex Inpdap e dello spettacolo ex Enpals.
Il dato delle pensioni è calato tra 2016 e 2017 di circa seicento unità, registrandosi poco al di sopra delle 86mila unità, per un valore medio di circa 800 euro, ultimo in Veneto dietro a Belluno e Vicenza in un'ipotetica classifica guidata da Venezia a 926: cifre che attestano il Polesine al primo posto per povertà previdenziale nella regione.
«I dati sulla povertà dei nostri pensionati restano ancora molto preoccupanti commenta Daniela Argenton, segretaria dello Spi Cgil di Rovigo - In più continua a essere evidente l'insopportabile diseguaglianza fra gli assegni pensionistici degli uomini e quelli delle donne, che in media sono la metà a livello di importo».
In effetti, a fronte di quasi 35mila uomini e 51mila donne in pensione, nella provincia di Rovigo in media i primi percepiscono un importo mensile di poco sopra ai mille euro, mentre le donne sono ferme a poco più di seicento, entrambi comunque sotto i valori assoluti regionali. Per quanto riguarda la tipologia di pensione, quella di vecchiaia è la più consistente a livello economico (1.004,59 euro), mentre l'invalidità civile ha l'assegno più basso (in media 441,52 euro), con diminuzione generale a inizio 2017 ancora per effetto della legge Fornero. A farla da padrone sono gli assegni di vecchiaia (50.103) seguiti da quelli di reversibilità (18.935).
Dalla segreteria regionale, forte la presa di posizione della responsabile Rita Turati: «C'è un colpevole ritardo del Governo nella emanazione di norme che introducono flessibilità in uscita come l'Ape sociale, che potrebbe sbloccare situazioni problematiche e delicate di lavoratrici e lavoratori prossimi alla pensione.
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