Pensionati, 6 su 10 pronti a fare le valigie

Martedì 18 Luglio 2017
Cosa fare dopo la pensione, per chi di tale privilegio potrà effettivamente godere? Lo scenario per la maggior parte dei rodigini è negativo e, per così dire, itinerante. Tra Adige e Po, infatti, più di un abitante su due sarebbe pronto a fare le valige una volta raggiunta l'età o la contribuzione per lasciare il mondo lavorativo. Il 60% di un campione di intervistati dall'osservatorio della Compagnia assicurativa Reale Mutua dedicato al welfare dichiara, in effetti, di essere disposto a trasferirsi all'estero, con l'obiettivo di mantenere uno stile di vita simile a quello attuale, ma anche per trovare ambiente e servizi più adatti alla terza età, senza trascurare poi le possibili nuove esperienze. Il quadro globale, però, parla soprattutto di forte preoccupazione verso il futuro.
Il 65% degli abitanti di Rovigo, infatti, teme che la propria pensione non possa essere sufficiente a mantenere un tenore di vita adeguato una volta usciti dal mondo del lavoro e un ulteriore 30% vede molta incertezza all'orizzonte. Fra i principali timori, quello di non riuscire a dare sostegno economico a figli e nipoti (40%) o persino cadere in povertà assoluta (40%), dover gravare economicamente sulla famiglia anche per le necessità quotidiane (35%) e non poter sostenere le spese mediche di cui si potrebbe aver bisogno andando avanti con l'età (30%).
Non solo pessimismo dunque, ma ombre legate alle difficoltà del presente, a partire dalla paura di imprevisti e spese straordinarie, che costringano a metter mano al portafoglio anzitempo (60%) o una generale difficoltà a risparmiare per la vecchiaia (45%), ma incidono pure l'instabilità dello scenario economico (45%) e normativo (40%) del momento, e la precarietà del lavoro (40%).
«Integrare la pensione di base con una rendita complementare è sempre più una necessità - afferma Marco Mazzucco, direttore distribuzione marketing del gruppo Reale Mutua - Occorre essere lungimiranti, giocare d'anticipo e quindi comprendere l'importanza di costruire per tempo, con una forma di welfare appropriata, una vecchiaia serena giorno dopo giorno». E di fatto in Polesine si punta sulla previdenza complementare, soprattutto con fondi pensioni, sin dall'inizio dell'attività lavorativa, mentre il 35% continua a credere nel mattone e la restante parte investe, per lo più autonomamente ma anche facendosi consigliare da consulenti o familiari e amici sul mercato finanziario, o tiene le proprie finanze sul conto corrente.
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