Moglie maltrattata e vittima di violenza: processo a un 38enne

Venerdì 24 Febbraio 2017
(F.Cam.) Botte e offese alla moglie e perfino alla figlia che allora aveva appena 14 anni. Alla stessa moglie avrebbe riservato anche di peggio, come la minaccia: «Non hai diritto di vivere, devi morire», pronunciata brandendo un coltello, e come un rapporto sessuale estorto con la forza mentre la donna in quel momento si trovava a letto con il figlio, intenta a leggergli un libro per farlo addormentare, noncurante della presenza del bambino. E dopo che la moglie, provata da simili trattamenti, aveva deciso di andarsene di casa e denunciare quanto era stata costretta a subire, venendo accolta in una casa protetta, non le avrebbe risparmiato tentativi di approccio, presentandosi davanti alla scuola dei figli. Questo il quadro di violenze, dovute anche a un abuso di alcol, delineato dalla Procura, che ha formulato nei confronti di un 38enne di origine moldava le ipotesi di reato di maltrattamenti aggravati, violenza sessuale e atti persecutori. Il processo a suo carico ha vissuto un momento importante ieri mattina, quando davanti al Collegio presieduto dal giudice Silvia Varotto, si è seduta l'ex compagna, che tuttavia vista la delicatezza delle vicende che doveva raccontare, ha chiesto che la sua testimonianza avvenisse a porte chiuse. La donna, da parte suo, non si è costituita parte civile. Nel corso dell'udienza sono stati poi ascoltati come testimoni, fra gli altri, un ispettore della Squadra mobile che ha indagato sulla vicenda, e un operatore dei Servizi sociali. Una storia con molte ombre, anche se dalle domande della difesa del 38enne, affidata all'avvocato Maria Grazia Panin, sembra emergere una strategia volta a ridimensionare la portata di quanto raccontato dalla donna, a cominciare dalle presunte violenze, e instillare il dubbio che lei avesse un'altra relazione quando ha deciso di andarsene di casa.

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