Mentre una mostrava il seno l'altra prendeva il portafogli

Venerdì 2 Dicembre 2016
(f.c.) Usava il suo seno giovane per far cadere le vittime designate nella propria rete e poi ripulirle dei soldi che avevano addosso, arrivando in qualche caso a stringere fra le mani un grosso coltello per metterli in fuga. Ora a occuparsi del caso delle trappole sessuali, che in cinque casi ricostruiti dagli inquirenti, fra l'agosto 2009 e l'aprile 2010, hanno visto derubati o rapinati i clienti caduti fra le braccia di Joy, così la 30enne nigeriana Belinda Isaac si faceva chiamare, è chiamata la Corte di Cassazione, al quale il Collegio del Tribunale di Rovigo, presieduto da Adalgisa Fraccon, ha inviato tutte le carte per risolvere una questione sollevata dall'avvocato Andrea Braccioli che difende l'altra ragazza che si trova a processo, la 26enne Juliet Osoyibo, detta Jessica, che in un'occasione sarebbe stata la spalla della connazionale. L'episodio risale all'aprile del 2010, quando le due ragazze, insieme a una terza complice rimasta ignota, avrebbero attirato un 68enne nel proprio appartamento, con moine, palpate sul sedere e toccamenti vari. Ai quali la vittima si è abbandonato volentieri, senza sapere che in realtà lo scopo era di arraffare il portafoglio che infatti, mentre Joy lo ha distratto mostrandogli un seno nudo, un'altra delle due gli ha sfilato e svuotato dei mille euro circa che conteneva. Secondo il suo difensore, nella ricostruzione formulata nel capo d'imputazione alla sua assistita potrebbe al massimo essere contestata una complicità in un furto. All'altra ragazza, difesa dall'avvocato Federico Laurenti, vengono invece contestati anche estorsione, rapina e truffa per gli altri quattro episodi dei quali è stata unica protagonista, visto che in due occasioni avrebbe utilizzato un coltello per mettere in fuga la vittima di turno, in un'altra la minaccia di una denuncia per violenza sessuale. Un quadro che il mese scorso aveva spinto il giudice monocratico Valentina Verduci a inviare per competenza tutto al Collegio. Ma in questo caso è stato il difensore della coimputata a evidenziare come un furto in concorso non possa essere materia da Collegio e a chiedere quindi lo stralcio. La sua richiesta è stata girata alla Cassazione.
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