La battaglia della discarica va in Procura

Lunedì 26 Settembre 2016
Saranno i campionamenti dei carabinieri del Nucleo operativo ecologico ad accertare se su Taglietto 1 siano sparsi altri veleni oltre a quelli politico-amministrativi che sgorgano a fiumi da anni. A muoversi in questo caso è stata la Procura, che ha aperto un fascicolo sulla base di un esposto presentato lo scorso maggio dal direttore di Ecoambiente Giuseppe Romanello nel quale si ipotizza la presenza sospetta di percolato nell'area della discarica di Taglietto 1. Come atto dovuto, il sostituto procuratore Sabrina Duò ha avviato l'indagine per accertare se siano stati o meno compiuti reati ambientali, affidando ai carabinieri il compito di effettuare le verifiche in discarica.
Il percolato è il liquido altamente inquinante che si forma nelle discariche per effetto del gocciolare dei fluidi presenti nella massa dei rifiuti e prodotti dalla loro decomposizione, al quale si mescola l'acqua piovana. Nella discarica di Villadose, come in tutte le altre discariche, il percolato è monitorato e raccolto. Non solo, ma l'opera di bonifica di Taglietto 1, alla quale è stato successivamente agganciato anche l'ampliamento, è stata motivata anche con il rischio di una tenuta non ottimale delle vasche. Il problema è che, nel 2015, la discarica è divenuta aspro terreno di scontro politico.
A luglio 2015 partono i lavori per la bonifica e l'ampliamento delle prime due vasche di Taglietto 1 ed a dicembre vengono completati, anche se resta esclusa dall'intervento una porzione laterale e, soprattutto, c'è una modifica in corso d'opera che non convince tutti i tecnici, con un diaframma di contenimento provvisorio. A fine mese, con il verbale di collaudo, viene accertata l'avvenuta bonifica e ad aprile c'è il passaggio di consegne fra il Consorzio Rsu, titolare della discarica e soggetto che ha appaltato i lavori, ed Ecoambiente, la partecipata che ne dovrà curare la gestione.
Arrivano i primi conferimenti e gli scogli iniziali sembrano superati. Invece è proprio qui che la «guerra delle scoasse» diventa più rovente. A maggio viene inviato l'esposto in Procura, che resta sottotraccia fino alla scorsa settimana quando viene notificato al Consorzio Rsu, nella persona del commissario liquidatore Pierluigi Tugnolo, e ad Ecoambiente, nella persona del consigliere delegato del soggetto gestore Ornella Astolfi, il decreto di ispezione penale nella discarica. Nel frattempo, la situazione è esplosa. Ecoambiente ha presentato un ricorso al Presidente della Repubblica per chiedere l'annullamento della determina del 30 marzo con cui la Provincia prende atto dell'avvenuta parziale bonifica della discarica di Taglietto 1 e dà il via libera al conferimento dei rifiuti. Il Consorzio Rsu ha replicato con la revoca dell'affidamento della gestione della discarica ad Ecoambiente. Intorno a ferragosto, poi, viene segnalata un'ulteriore anomalia: la presenza di un liquido non meglio identificato al di sotto del telone impermeabile delle due vasche gestite da Ecoambiente, segnalato proprio dai tecnici della società. Si attivano le verifiche ed il 9 settembre dal laboratorio vengono comunicati gli esiti dei campionamenti: il liquido che ha formato le bolle nel telone è acqua piovana. Si tratterebbe, quindi, di un'infiltrazione di acqua meteorica nella fascia di terreno non impermeabilizzata. Ora, però, a mettere il naso in discarica sarà la Procura.
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci