L'inchiesta sui Guerrato potrebbe finire a Roma

Domenica 11 Dicembre 2016
Il processo sulla Tangentopoli delle Terme, l'inchiesta che vede coinvolti, oltre all'ex sindaco di Abano Luca Claudio, altri 21 imputati, fra i quali anche Luciano e Saverio Guerrato, padre e figlio, rispettivamente 81 e 53 e anni, alla guida dell'omonima azienda rodigina con sede in via delle Industrie, potrebbe celebrarsi a Roma.
Questa almeno è stata l'eccezione sollevata nel corso dell'udienza preliminare davanti al Gup di Padova Tecla Cesaro dagli avvocati Ferdinando Bonon e Giovanni Caruso, difensori dell'ex sindaco Claudio, attualmente in carcere al Due Palazzi di Padova, secondo i quali l'eventuale reato di riciclaggio, del quale viene accusato il loro assistito, sarebbe da considerarsi avvenuto nella capitale, perché è lì che è stato siglato il contratto fra la Guerrato e la Marco Polo per la costituzione dell'associazione temporanea d'imprese in vista dell'appalto da 12,8 milioni (Iva esclusa), per la riqualificazione energetica e l'adeguamento normativo degli edifici comunali e degli impianti di illuminazione pubblica di Montegrotto e la gestione ventennale del servizio. Che l'azienda rodigina e quella romana, il cui nome compariva nell'inchiesta romana di Mafia Capitale, avrebbero vinto nel settembre 2010, secondo la ricostruzione dell'accusa, pagando a Claudio una bustarella da circa 180mila euro, anche attraverso pagamenti per consulenze fittizie a un'azienda ritenuta di fatto di proprietà dello stesso Claudio. Su questa richiesta il giudice per le udienze preliminari si è riservata la decisione, così come su quella avanzata dal pubblico ministero Federica Baccaglini, che ha chiesto il sequestro preventivo di tutti i beni dell'ex sindaco di Abano Terme.
Il difensore di Saverio e Luciano Guerrato non ha avanzato alcuna richiesta per un giudizio con rito abbreviato né, tanto meno, per un patteggiamento, strada invece seguita da otto imputati, ma ha chiesto la derubricazione del reato loro contestato da corruzione a concussione per induzione. Anche su questo aspetto, il responso del giudice Cesaro arriverà nel corso della prossima udienza, in programma il 16 dicembre.
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