Interporto, perdite dimezzate

Sabato 27 Maggio 2017
Il futuro dell'Interporto passerà con ogni probabilità da Padova. A confermarlo è il sindaco Massimo Bergamin che ha notato come «nonostante a Padova si debbano tenere le elezioni, non c'è grande incertezza, anche perché ipotizzando un possibile ballottaggio fra Bitonci e Giordani, entrambi si sono dichiarati favorevoli alla fusione».
Se Bergamin fa il tifo perché l'amico Bitonci torni alla guida della Città del Santo facendo rivivere il tandem leghista che aveva visto intessere intensi rapporti amministrativi oltre che politici, non si può dire che Sergio Giordani, che dell'Interporto di Padova è stato presidente fino all'annuncio della sua candidatura a sindaco, sia meno aperto alla fusione.
Ieri i soci della Spa rodigina si sono riuniti per l'approvazione del consuntivo 2016 che dimezza le perdite rispetto al bilancio precedente, che aveva registrato un passivo di oltre mezzo milione. La cura dimagrante varata dal vertice presieduto da Vitaliano Bressanin, cui è stata affidata la guida dopo il siluramento di Antonello Contiero a ottobre scorso, ha fatto sì che i conti si siano chiusi con un disavanzo di 281mila euro. Contestualmente all'approvazione del bilancio era prevista la fine del mandato del consiglio, ma visto che il socio di maggioranza, Sistemi territoriali, ancora non ha ufficializzato il suo novo consiglio di amministrazione, il plenipotenziario Gan Michele Gambato ha ritenuto opportuno che il tutto venisse rinviato, in modo che non vi fossero problemi di legittimazione. La fetta maggiore delle quote di Interporto sono in capo alla Regione che le controlla attraverso la sua partecipata Sistemi territoriali (32,9%, seguito dal Comune di Rovigo con il 15,54%, a fronte di una sessantina di soci). A marzo, con la delibera di Revisione straordinaria delle partecipazioni societarie detenute, direttamente o indirettamente dalla Regione, l'indirizzo dettato da Zaia è stato chiaro: dismettere le quote dell'Interporto rodigino, in perdita costante dal 2011 (nel 2014 meno 527mila euro, nel 2015 meno 508mila). Il futuro, quindi, è in una fusione. Accantonata quella con Verona, ora tutte le strade portano a Padova.
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