Il mistero del ponte lesionato

Mercoledì 26 Luglio 2017
Una infiltrazione o una perdita di acqua potrebbe essere all'origine dell'innalzamento del porfido sulla sommità di ponte Castello.
«Abbiamo effettuato vari sopralluoghi - spiega l'assessore ai Lavori pubblici Federico Simoni - insieme al Genio civile, responsabile del cantiere dei lavori sulle sponde interne del Canalbianco, si è cercato di capire se l'aver abbassato il livello dell'acqua avesse determinato una eccessiva spinta delle sponde, generando una pressione superiore sulla sommità del ponte».
Tale ipotesi, però, è stata esclusa. In quel tratto l'acqua è più bassa solo di 35-40 centimetri rispetto al solito. Sono inoltre stati effettuati sopralluoghi sotto il ponte e non vi sono fessurazioni o cedimenti. «Si è proceduto quindi a rimuovere una porzione di porfido per poter eseguire un saggio in corrispondenza dell'innalzamento e verificare le condizioni del sottofondo, della soletta e delle condutture sottostanti - specifica il referente di giunta - sembra vi sia stata una infiltrazione o una perdita con dilavamento della sabbia. Ciò, però, non spiegherebbe l'innalzamento del porfido».
Da qui la decisione di contattare la ditta che ha realizzato nel 2013 i lavori di rifacimento della pavimentazione del Corso per un esame più approfondito, su una porzione di porfido di almeno due metri di lunghezza e per tutta la larghezza del ponte, prendendo in esame l'intera area che si è sollevata.
«Prenderemo così una decisione in merito, anche su consiglio di un tecnico strutturista, e definiremo le modalità di ripristino stradale», conclude Simoni.
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