Il carosello in centro fa discutere tra alte velocità e guide pericolose

Lunedì 30 Maggio 2016
(m.s.) I festeggiamenti per il dodicesimo scudetto della Rugby Rovigo hanno acceso più di qualche polemica. Dalla comprensibile euforia dei tifosi riversativi in massa sul campo di gioco dello stadio Battaglini, con tanto di salto delle staccionate, al carosello di auto per le vie del centro storico della città delle rose, c'è stato un passaggio di mezzo: l'ebrezza da birra aggiunta all'adrenalina per la gioia di avere rivisto la squadra rossoblù, dopo 26 anni, rivincere il tricolore. E chi ha bevuto ha poi deciso di mettersi pure in auto, causando più di qualche preoccupazione tra chi era presente lungo tutto corso del Popolo, a godersi lo spettacolo di auto, bici, camion e pedoni muniti di bandiere, trombe e vuvuzela. «A un certo punto sembrava di essere a un rally - racconta Marika Dainese - con la mia famiglia ho deciso quindi di fare ritorno a casa, perché c'era il pericolo di essere investiti». In effetti più di qualcuno ha esagerato nella velocità, superando di molto il limite di velocità dei 30 chilometri orari, imposto per chi percorre corso del Popolo. «C'erano auto che addirittura si sono cimentate in sorpassi su altre auto o moto, provocando non poco spavento verso chi stava per attraversare le strisce pedonali», sottolinea Federica Siligardi. Anche chi andava in moto non si è limitato, anzi alla velocità si è aggiunto anche il rombo del motore, che ha finito con lo spaventare i bambini e i cani. Non sono mancate le imprecazioni verso chi poteva trasformare in tragedia una bella festa. C'è stato anche chi in evidente stato di ubriachezza, ma fortunamente a piedi e non in auto, ha pure inveito e gesticolato verso l'auto delle forze dell'ordine. Per fortuna tutto è andato per il meglio, con il popolo rossoblù che si è poi radunato nei bar di piazza Vittorio Emanuele per proseguire con i festeggiamenti alla squadra neo campione d'Italia. Il tutto mentre il maxi schermo mandava in onda la replica della vittoriosa finale su Calvisano. L'immagine più bella di tutte, che racchiude la magia di Rovigo tornata capitale del rugby, è stata quella vista alle 2 di notte: un tifoso, completamente vestito in rosso e blu dalla testa ai piedi, che da solo tornava a casa in bici con la bandiera sulle spalle.
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