Gino Spinello è pronto a lasciare le cariche nel Pd e con lui altri. La crisi

Mercoledì 28 Settembre 2016
Gino Spinello è pronto a lasciare le cariche nel Pd e con lui altri. La crisi che attraversa il partito porta Spinello, che era stato tra gli alleati di Julik Zanellato nella scalata alla segreteria, a entrare nello scontro.
«Il Pd appare condannato a una sostanziale irrilevanza politica che fa il paio con una sempre più percepibile inconsistenza organizzativa: una tendenza irreversibile se non ci dimostreremo in grado di rimediare alla lacerazione che persiste nel gruppo dirigente e sul territorio. Non è più tollerabile che non vi sia alcuna possibilità di discussione».
Spinello sostiene che dal 2007 «le scelte più qualificanti che il Pd ha dovuto compiere sono state frutto di forzature o di pesante marginalizzazioni delle parti che di volta in volta sono risultate soccombenti» e questo «ha allontanato parte del corpo attivo del partito e spesso impedito l'ingresso di energie nuove».
In questo quadro «va ritrovata una piena agibilità politica nel Pd, che deve riappropriarsi di un'articolazione organizzativa vera e tornare a disporre di luoghi di confronto: le decisioni o le discussioni non possono essere demandate al segretario provinciale né può concentrarsi sulle massime cariche istituzionali».
La vicenda Porto Viro è «l'emblema di una situazione non più accettabile. Il segretario locale, appena eletto, non poteva essere il solitario (o quasi) artefice, insieme a un assessore, della caduta del sindaco, senza che prima vi fosse stato un pronunciamento del partito. Il segretario provinciale non può aver assecondato una decisione così grave e pesante senza coinvolgere gli organismi dirigenti. Il risultato è l'ennesima rissa tra dirigenti, mentre i rivali di Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia ringraziano e sembra stiano ritrovando unità e compattezza».
Da tutto ciò Spinello trae le conclusioni. «È urgente una svolta radicale che se non avverrà entro breve, certificherà l'inutilità della presenza mia e di chi la pensa come me, negli organismi dirigenti provinciali».
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