Così risorgerà l'ex Maddalena

Sabato 23 Luglio 2016
«Tutti uffici pubblici, piste ciclabili, strade, collegamenti». Il futuro dell'ex Maddalena, potrebbe essere un sogno. Ma per Paolo Reale, amministratore dell'omonima impresa edile che insieme alla ditta Cefil detiene la proprietà dell'area, tutto può diventare realtà.
«Sia noi che il Comune stiamo lavorando sodo, presenteremo nei termini previsti la domanda per accedere al finanziamento del bando nazionale per i progetti di riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie. Se poi i soldi arriveranno, questo non lo so dire, ma intanto ci proviamo».
Il bando in questione è quello pubblicato il 1 giugno scorso sulla Gazzetta ufficiale e riguarda un fondo nazionale di 500 milioni di euro. Per i capoluoghi di provincia possono arrivare fino a 18milioni. Il dettagli del progetto elaborato per far rinascere la Commenda sono ancora riservati, ma Reale non manca di sottolineare che «visti i tempi ristretti non è stato possibile lavorare sulla destinazione e tutto sarà pubblico».
Uffici del Comune, quindi, ma anche di eventuali partecipate per una riorganizzazione funzionale sia a generare risparmi per Palazzo Nodari che a ridare vita alla Commenda, rimasta schiacciata dalla presenza ingombrante dell'enorme struttura abbandonata. «Sulla sicurezza abbiamo fatto il possibile insieme al Comune - sottolinea Reale - ma è difficile rendere impenetrabile una superficie così estesa».
Reale è carico d'entusiasmo e rinuncia a togliersi i sassolini, qualcuno anche abbastanza grande, che non nasconde essergli entrati nelle scarpe in questi anni. «Del passato non voglio parlare, non ha senso. Con alcuni esponenti della classe politica rodigina ci sono state delle incomprensioni, ma ora non ci sono più. Fra l'altro, bisogna essere sinceri: in questi anni è cambiato il mondo. L'investimento che abbiamo fatto sul Maddalena risale al 2005 quando il mattone era in espansione e nessuno si sarebbe aspettato l'uragano economico che ha travolto tutto».
L'iniziale progetto residenziale è stato affossato in parte dal crollo del mercato, in parte dai vincoli che gravano sull'area e rendono tutto più oneroso, oltre a non permettere di edificare i due ulteriori plessi progettati. «C'è stato un momento in cui abbiamo avviato anche un ragionamento con la Provincia per realizzare il polo scolastico di Rovigo, mentre nel 2010 abbiamo fatto uno studio di fattibilità per una casa di riposo, ma in questo caso il problema è che gli accreditamenti per Rovigo sono già troppi». E così tutto è rimasto in stand-by, nonostante solo di Imu venga pagata una cifra non da poco, anche se Reale non la rivela.
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