Consiglio di bacino, ancora nulla di fatto

Martedì 28 Marzo 2017
«Stiamo parlando del sesso degli angeli, per carità di Dio trovate una soluzione» si è lasciato sfuggire il prefetto Enrico Caterino nella riunione dei sindaci convocata per parlare, ben più prosaicamente, di rifiuti. E, in particolare, della fantomatica nascita del Consiglio di bacino. A richiedere l'incontro e la mediazione del prefetto, l'assessore regionale all'Ambiente Gianpaolo Bottacin che sperava che una simile convocazione potesse spingere a più miti consigli i rappresentanti polesani e dare vita all'organismo che dovrebbe sovrintendere la gestione del ciclo integrato dei rifiuti e che sarebbe dovuto nascere nel 2014. La questione irrisolta riguarda lo schema di statuto del nuovo ente che i 50 consigli comunali devono approvare. La Regione ha indicato una bozza-tipo, lasciando la libertà di apportare modifiche che, però, devono essere approvate all'unanimità. Qual è l'oggetto di questa contesa che impedisce di arrivare a una sintesi? «La signora Maria che passa per strada non riuscirebbe mai a comprendere», ha detto provocatoriamente Bottacin.
Si tratta, infatti, del numero dei rappresentanti da eleggere nel comitato nel nuovo ente: da 3 a 7 è l'indicazione contenuta nello schema proposto da Venezia, 5 più il presidente la modifica avanzata dai sindaci polesani, che nell'ultima loro riunione è stata approvata da 43 su 44. Il no è arrivato da Bergamin: «Le elezioni a Rovigo hanno avuto un risultato, piaccia o non piaccia ha detto il sindaco del capoluogo E poi si fanno scelte nel rispetto delle leggi, anche perché la Regione ha affidato a Rovigo il coordinamento per la costituzione del consiglio di bacino». Poi, rivolgendosi all'assessore Bottacin ha chiesto con toni duri: «Vi risulta che il Comune di Rovigo sia inadempiente o abbia omesso di compiere atti?». «Non ho detto che alcun Comune è inadempiente ha replicato l'esponente della Giunta Zaia - ma è un dato di fatto che il Consiglio non sia stato costituito e la Regione ha l'obbligo di legge di intervenire. Questa mia visita serviva proprio per evitare che si procedesse con il commissariamento». Anche il prefetto ha avanzato una proposta conciliativa, ma visto che l'unanimità sembrava una possibilità remota e che i toni si stavano scaldando, il presidente della Provincia Marco Trombini ha chiuso la discussione. Nei prossimi giorni si cercherà una mediazione. Altrimenti, scatta il commissariamento. Forse, scherzi del destino, già il primo di aprile.
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