«Ci rivolgeremo alla Prefettura»

Domenica 26 Giugno 2016
«Se il sindaco Massimo Bergamin non procederà a una rapida surroga dei consiglieri del cda dell'Iras dimissionari, ci rivolgeremo al prefetto». È contro il primo cittadino, ad un anno dalla sua elezione, che si punta minaccioso il dito del gruppo rodigino di Fare!. In una conferenza stampa (nella foto) significativamente intitolata "Iras e servizi sociali, Caporetto Bergamin", nella quale la senatrice Emanuela Munerato, il consigliere comunale Antonio Rossini, l'ex assessore regionale Renzo Marangon, l'ex sindaco Bruno Piva e Marika Zanella, responsabile organizzativo provinciale del movimento, hanno evidenziato come proprio il tema delle fasce più deboli della popolazione, che in campagna elettorale e in avvio di mandato era stato ricorrente nelle dichiarazioni di Bergamin, sia diventato uno dei principali punti di debolezza della sua azione amministrativa. «Un modo di governare squinternato», ripete più volte Marangon citando ad esempio anche il caso dell'assessore ai Servizi sociali Beatrice Di Meo «sfiduciata dai suoi». Vengono citati poi, tutti i nodi irrisolti, da Ecoambiente a Interporto, ma il fulcro resta l'Iras. L'ipotesi del commissariamento viene scartata, perché «ci sono commissari e commissari, come la viabilità di viale Trieste ci ricorda» e perché non sussistono le condizioni: «gravi inadempienze, violazioni di legge o non operatività». Rossini sottolinea che «a quanto pare Bergamin non ha le idee chiare se è meglio il commissariamento o nominare nuovi consiglieri: dica cosa vuole perché non può lasciare l'ente nell'incertezza». La senatrice Munerato, ricordando che l'Iras «riguarda le sorti dei nostri nonni», ha espresso solidarietà all'ex presidente Fabiano Rizzo: una persona onesta che, spinta dai migliori propositi, ha accettato l'incarico di responsabilità ma non è stato supportato dal partito». Intrighi di palazzo e difficoltà che si sommano a difficoltà: il quadro tracciato da Fare! è a tinte fosche. Un nome al centro di accordi e disaccordi è quello di Pierantonio Moretto, una presenza ingombrante e fulcro di mediazioni. «Non è colpa sua, ma solo del sindaco», ribadisce Marangon.
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