Bergamin, torna l'incubo delle firme

Venerdì 9 Dicembre 2016
Bergamin, torna l'incubo delle firme
Ecoambiente era la chiave di volta e ora che Massimo Bergamin ha scoperto le sue carte, rimangiandosi tutte le parole spese in quest'ultimo anno e mezzo, la bomba è scoppiata. Se i consiglieri comunali si presentassero dal notaio oggi, ci sarebbero le 17 (e forse anche più) firme necessarie per mandare a casa il sindaco. A scoperchiare il vaso di Pandora è Ivaldo Vernelli (nella foto a fianco), ex candidato primo cittadino grillino, che si vocifera abbia retto il gioco a Bergamin la prima volta che i dissidenti di centrodestra avevano cercato di inscenare il golpe. Proprio lui e il collega Francesco Gennaro, si vocifera, si sarebbero tirati indietro all'ultimo dalle dimissioni di massa. Ora le cose sono cambiate e i grillini non offriranno più un appoggio al sindaco dopo le decisioni assunte in assemblea dei soci di Ecoambiente: il ritiro di tutti gli esposti contro il Consorzio Rsu e la nomina di Ivano Gibin, ex consigliere provinciale proposto da Alessandro Duò, presidente di Asm Spa, amministratore unico della ditta Adigest srl e anumero uno del consorzio Vengest che raggruppa le società Adigest, Guardian Lavori Autostradali ed Ecoal Bus, che si occupano rispettivamente di servizi di igiene urbana in tutto il Nord Italia.
«Caro sindaco voltagabbana, fino a ieri potevi vantarti di essere onesto come i 5 Stelle, ora dimostri di essere ricattato, quindi ricattabile dove sei più sensibile e non puoi reagire - è il messaggio che Vernelli lancia a Bergamin - Tu sai perché. Ricattato nello squallore della politica peggiore, hai ceduto con ignominia rinnegando 18 mesi di coraggio. Ora capisco perché non hai mai voluto attaccare davvero il Consorzio Rsu. Fai meglio a dimetterti: la faccia l'hai persa e non salvi più l'onore. Almeno mostraci che ti vergogni. Al prossimo consiglio ti aspetto con la mozione di sfiducia. Vattene prima da solo».
Valter Roana, coordinatore comunale di Forza Italia, raddoppia la dose: «Bergamin ha fatto la guerra contro il Consorzio: e adesso? È sparito il malaffare? Avesse almeno deciso assieme alla sua maggioranza, avrebbe condiviso l'errore. Invece nulla. La mozione di sfiducia fosse per me l'avrei presentata anche prima di Vernelli, ma abbiamo voluto dargli un'opportunità. Adesso credo che i consiglieri Patrese e Dolcetto condivideranno il mio pensiero. Sappiamo, invece, ovviamente come la pensa il terzo consigliere, Giacomo Sguotti, con la figlia in giunta».
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