Bergamin resta fuori dal gotha della Lega

Mercoledì 17 Maggio 2017
Beffato quando già era in vista del traguardo. Il sindaco Bergamin resta fuori dal Consiglio federale della Lega perchè privo del requisito dei cinque anni di militanza nel Carroccio. E in suo soccorso non è arrivata neppure una deroga da parte del segretario Matteo Salvini, che qualcuno azzarda sia rimasto deluso dai risultati poco lusinghieri ottenuti proprio nel feudo dell'amico sindaco: a Rovigo alle primarie della Lega Nord Salvini ha ottenuto il risultato di gran lunga peggiore di tutte le province del Veneto (77% a fronte di una media superiore al 91%). Dai controlli sul curriculum di Bergamin è emersa una macchia che gli ha precluso l'elezione, non essendo in regola con il requisito dei cinque anni consecutivi di militanza. E il suo nome è così scomparso dalle liste elettorali, proprio mentre Salvini annunciava il suo trionfo.
Scavando nel passato di Bergamin, infatti, gli organi di controllo sono arrivati a quanto accaduto il 13 aprile 2013. Quattro anni fa. Al tempo il segretario provinciale era Antonello Contiero, mentre Flavio Tosi era il segretario nazionale, cioè regionale. E proprio contro Tosi Bergamin, in quel momento astro nascente della Lega polesana, pupillo di Contiero che lo aveva fatto arrivare alla presidenza di Asm Set, aveva indirizzato la propria rabbia. Paradossalmente, accusandolo proprio di aver abbandonato il prima il nord, che è invece l'accusa che viene mossa oggi da chi non è in linea con il nazionalismo poco padano di Salvini. Tosi, quindi, aveva chiesto la testa del ribelle Bergamin e Contiero non aveva opposto alcuna resistenza. Le purghe tosiane quell'anno fecero 35 vittime. Bergamin fu l'unico polesano espulso. E si legò al dito la pugnalata dell'ex mentore Contiero. Un rancore che è arrivato intatto ad oggi e manifestatosi proprio con l'espulsione di Contiero dalla Lega. Della serie la vendetta è un piatto che va servito freddo. Bisogna vedere, però, chi è l'ultimo a portarlo in tavola. Perché dopo l'esilio padovano e il suo ritorno in pista in grande stile con l'elezione a sindaco e la nomina a vicesegretario provinciale e vicepresidente regionale della Lega, Bergamin ha servito la sua di vendetta, cacciando Contiero e poi silurando anche il segretario comunale Roberto Areggi, reo di contierismo. Il piatto di Contiero, ora però è più freddo: perché ha fatto inciampare Bergamin nella sua ascesa ai vertici della Lega proprio nel giorno del trionfo di Matteo Salvini.
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