Asm non acquisirà Veneto Nuoto

Giovedì 21 Settembre 2017
Asm non acquisirà Veneto Nuoto
Sul caso piscine, il salvagente lanciato a Palazzo Nodari dall'amministratore unico di Asm, Alessandro Duò, non sembra poter essere la soluzione in grado di evitare al bilancio comunale di affogare, sommerso dai debiti sorti sulla base della convenzione, siglata nel 2006 per la realizzazione del nuovo polo natatorio.
Gli uffici comunali, chiamati a esprimere il proprio parere in merito, hanno affondato la proposta, che presenterebbe delle falle sulla base delle nuove disposizioni introdotte della legge Madia che introduce criteri molto stretti per quanto riguarda le società pubbliche e partecipate. La soluzione prospettata da Duò prevedeva che la società da lui presieduta, interamente di proprietà del Comune, acquistasse le quote della Veneto Nuoto, che è la società che ha realizzato il polo natatorio e con la quale sono sorte le controversie che vedono il Comune chiamato a pagare circa 9 milioni. Questa acquisizione avrebbe permesso ad Asm di divenire controparte del Comune, ma soprattutto diretto riferimento di Unipol, la banca che ha concesso il mutuo a Veneto Nuoto e che vista l'insolvenza di quest'ultima, sulla base della clausola di surroga prevista dalla convenzione, ha chiesto al Comune di pagare il debito di 6.412.723 oltre interessi.
La soluzione era caldeggiata dal consiglio di amministrazione di Veneto Nuoto, formato dal presidente Gian Paolo Vendemiati, dal presidente del Coni Veneto Gianfranco Bardelle, da Pietro e Paolo Reale, da Saverio Guerrato e da Stefano Bellinazzi, ex assessore della giunta Piva dal 2012 al 2014.
«Finalmente dopo mesi di stallo - sono state le dichiarazioni del presidente Vendemiati nel corso dell'assemblea dei soci del 26 luglio scorso - sembra che il Comune abbia deciso di muoversi con atti conseguenti: con deliberazione del 6 luglio la giunta ha autorizzato Asm a verificare ipotesi atte a definire i contenziosi in essere. Nel dettaglio, dovrebbe acquisire tutte le quote di Veneto Nuoto, quindi ristrutturare il debito con la banca e definire con il gestore un nuovo contratto. Tale operazione dovrebbe concludersi entro il 31 dicembre».
Il parere che gli uffici di Palazzo Nodari hanno comunicato ieri al sindaco Massimo Bergamin, però, sembra chiudere la strada. E il debito torna a galla.
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci