La «truffa del gas» è un meccanismo usato purtroppo molto di frequente per raggirare in particolare gli anziani che vivono soli in casa. Vi sono varianti e sfumature diverse: dalla segnalazione di un guasto, al gas entrato per errore nelle tubature dell'acqua, fino al rischio di esplosione, che è poi la scusa utilizzata per fare in modo che le vittime, sollecitate ad abbandonare la casa in fretta e furia, pensino a mettere in salvo soldi ed oggetti preziosi che, però, finiscono in questo modo nelle mani dei malviventi. Da quello che risulta, il caso avvenuto in Commenda non sarebbe isolato. Anzi, si sarebbero verificati altri episodi, fra cui uno a Lendinara, con modalità simili. Uno, pare, anche in provincia di Padova. Ponendo, a questo punto, un problema di comunicazione. «In Questura - spiega il figlio della signora raggirata - ho trovato persone preparate, motivate, disponibili e sensibili». Il massimo riserbo sull'accaduto sembrerebbe essere stato motivato da esigenze d'indagine, ma questo si scontra però con la necessaria informazione che deve essere data quando si verificano episodi del genere, per evitare che lo stesso copione possa essere ripetuto dai malviventi a danno di nuove vittime. In quei giorni la Questura era ancora retta da Rosario Eugenio Russo, già pronto per il trasferimento a Ravenna e stava per essere diffusa la notizia dell'arresto, a Vicenza, del «falso avvocato», un altro truffatore seriale che numerose vittime aveva mietuto anche a Rovigo, così come è emerso dalle indagini della Squadra mobile.
Hai scelto di non accettare i cookie
La pubblicità personalizzata è un modo per supportare il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirti ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, ci aiuterai a fornire una informazione aggiornata ed autorevole.
In ogni momento puoi modificare le tue scelte tramite il link "preferenze cookie".