Volevano curarla con cortisone e agopuntura

Venerdì 28 Aprile 2017
Volevano curarla con cortisone e agopuntura
A uccidere Eleonora Bottaro non sarebbe stata la leucemia, ma la volontà dei genitori di non farla curare con la chemioterapia. La Procura ha indagato papà Lino di 63 anni e mamma Rita Benini di 51 anni di Bagnoli di Sopra, per omicidio colposo aggravato dalla previsione dell'evento. Secondo la pubblica accusa, rappresentata dal procuratore aggiunto Valeria Sanzari, Eleonora per i genitori avrebbe dovuto sconfiggere il tumore del sangue con cortisone e agopuntura. Gli stessi rimedi riconducibili alla cosiddetta nuova medicina germanica di Hamer, assolutamente priva di validità scientifica e di idoneità terapeutica. Hamer, il medico di cui Lino Bottaro era seguace e ne decantava la bravura in un blog curato direttamente da lui. Ora, chiuse le indagini, i genitori di Eleonora rischiano di andare alla sbarra.
Tutto è iniziato nel dicembre del 2015 quando Eleonora aveva 17 anni, compiuti il 14 agosto. La ragazza, dopo essere stata a casa da scuola per quasi due mesi, vicino al periodo natalizio, si è recata dal suo medico di base a Bagnoli di Sopra per una visita. Nei giorni precedenti aveva sofferto di febbre e dolori alle ossa. Periodo in cui papà Lino e mamma Rita, ancora secondo l'accusa, le avrebbero somministrato cortisone e sottoposta all'agopuntura. Solo il 10 febbraio dell'anno scorso, con mesi di ritardo dall'esordio della malattia, la ragazza è stata sottoposta ad accertamenti clinici. Due giorni dopo le è stata diagnosticata una leucemia linfoblastica acuta. Ma i genitori della 17enne, ancora per l'accusa, si sono rifiutati più volte di curare la figlia con la chemioterapia. Prima all'ospedale di Schiavonia e poi al reparto di Oncoematologia pediatrica dell'ospedale civile. Da dove il 26 febbraio hanno ottenuto le dimissioni di Eleonora, proprio il giorno in cui il Tribunale per i minori di Venezia ha disposto la loro sospensione della potestà genitoriale. E già perchè il convincimento di Eleonora di non curarsi con la chemioterapia sarebbe stato indotto dai genitori, per essere poi utilizzato come pretesto per giustificare le loro scelte.
Dalle dimissione dall'ospedale civile è iniziato un vero calvario per la ragazza. Il Tribunale dei minori ha ordinato a papà e mamma di sottoporre Eleonora alla chemioterapia, potendo però scegliere la struttura ospedaliera. La 17enne è stata trasferita all'ospedale di Bellinzona in Svizzera, dove anche in questo caso i medici le hanno consigliato di curarsi con la medicina tradizionale. Ma si è registrato un nuovo rifiuto, anzi la famiglia ha cercato una clinica sempre vicino a Bellinzona dove curare la figlia con la medicina alternativa. Alla fine Eleonora è rientrata in Italia, senza avvisare il suo tutore, il professore Paolo Benciolini nominato il 26 marzo dell'anno scorso, i Servizi sociali e il Tribunale dei minori. Inoltre, per l'accusa, i genitori hanno proseguito nel controllare Eleonora alla quale è stato impedito ogni incontro con medici in grado di farle sorgere dubbi sulle scelte familiari. Il 31 luglio la 17enne è stata ricoverata all'ospedale di Schiavonia e il 22 agosto, ormai maggiorenne, ha ottenuto il trasferimento a casa. Qui, senza la terapia del dolore e come unico supporto delle dosi di vitamina C, è morta il 29 agosto. I genitori di Eleonora sono difesi dagli avvocati Roberto Mastalia del foro di Perugia e da Gian Mario Balduin. «Mancano i presupposti - ha dichiarato Mastalia - per indagare i genitori di Eleonora per omicidio colposo. Allora dovrebbero indagare tutti i genitori che hanno i figli alcolizzati, obesi e tossicodipendenti. Dopo il caso del dottor Gava, mi aspetto di tutto». Il legale Balduin invece ha promesso battaglia: «Denunceremo il comitato etico dell'Azienda ospedaliera».

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